Calcio Napoli

Il sindaco di Verona: “Tifosi al San Paolo in ritardo, voglio spiegazioni”

Il sindaco di Verona, Federico Sboarina esige spiegazioni per l’entrata in ritardo dei tifosi dell’Hellas allo stadio San Paolo di Napoli. 

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I supporters scaligeri sono stati fatti entrare solo all’intervallo del primo tempo, quando la formazione allenata da Juric era già in svantaggio per 1-0 grazie al primo gol stagionale di Arkadiusz Milik. La partita poi sarebbe terminata con la vittoria del Napoli per 2-0, con doppietta del polacco.

Fuori i tifosi dell’Hellas Verona

“Inaccettabile. Il trattamento che è stato riservato oggi ai tifosi veronesi a Napoli non ha spiegazioni. Non esiste in nessuna città che si impedisca a persone che hanno pagato regolare biglietto e fatto centinaia di chilometri di non entrare allo stadio. Comportamento inspiegabile di cui chiederò conto al prefetto di Napoli” così il sindaco di verona, Federico Sboarina ha commentato la decisione di far entrare i tifosi dell’Hellas al San Paolo durante l’intervallo tra il primo ed il secondo tempo. “Con quali ragioni si fermano i pullman privando le persone di un diritto sacrosanto e anche pagato non poco. Uno sgarbo inaudito ma anche sportivamente scorretto lasciare giocare una squadra senza i suoi sostenitori”.

Chiesto l’intervento del Prefetto

Lo stesso sindaco di Verona sulla questione tifosi al San Paolo ha fatto sapere: “Voglio spiegazioni” ed ha chiesto l’intervento delle autorità: “Ho già parlato con il prefetto di Verona e domani chiameremo Napoli per sapere i motivi. Ricordo infatti che a parti invertite, a Verona non ci siamo mai sognati di fare niente di simile. Qui da noi i napoletani vengono ovviamente trattati come tutti gli altri tifosi, diversamente da quel che è successo ai veronesi nella loro città” conclude Federico Sboarina.

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I cori razzisti

Chissà se durante il confronto con il prefetto si parlerà anche dei cori razzisti intonati dai tifosi dell’Hellas Verona, che appena entrati al San Paolo hanno intonato: “Abbiamo un sogno nel cuore, bruciare il meridione”. Un ignobile coro razzista intonato più volte dagli ultrà degli scaligeri che erano stati trattenuti all’esterno dell’impianto di Fuorigrotta per motivi di sicurezza.

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