De Laurentiis ha tagliato il traguardo dei 15 anni da numero uno del Napoli, fa il bilancio del mercato e spiega la scelta Llorente.
Aurelio De Laurentiis ha lasciato una lunga intervista al Corriere dello sport. Il presidente della Ssc Napoli, ha parlato del mercato e del mancato arrivo di Icardi.
DE LAURENTIIS SUL MERCATO
LOZANO – «L’esordio di Lozano a Torino mi ha riempito di gioia perché ho visto un calciatore che si è inserito nella rosa immediatamente e con naturalezza. E’ come se fosse da sempre nel Napoli.
Una bella notizia, lo ammetto. E non ho neppure rimpianti per altri giocatori nel suo ruolo che non sono arrivati.
Sono sicuro che Lozano potrà ricoprire diverse posizioni di gioco e quindi mi riservo, prima di fare paragoni, di vederlo in altre partite. Mi auguro però che sia un campione dalla personalità unica e che non si debbano fare paragoni».
LLORENTE – «Llorente non è una mia idea, ma di Ancelotti. Nessuno avrebbe disdegnato un top player come Icardi, ma fin dal primo momento Ancelotti aveva optato per Llorente perché sosteneva che in attacco eravamo super forniti e che avevamo bisogno di un fuoriclasse da fare giocare negli ultimi 30 minuti delle partite che eventualmente non si sbloccavano.
Uno insomma che avrebbe potuto convivere con il nostro Milik. Non bisogna dimenticarsi che Milik, dopo due stagioni in infermeria a causa di brutti infortuni, nel primo anno di attività vera ha segnato 20 gol senza rigori.
Il che vuol dire che, se gli avessimo fatto tirare i rigori, sarebbe forse diventato capocannoniere della Serie A. Non capisco quindi questo gioco al massacro del tifoso che invece di guardare i gioielli che ha in casa propria inneggia sempre all’acquisto “in più”».
ICARDI – «Per acquistarlo sono arrivato a offrire all’Inter 60 milioni più bonus, per un totale di 65, mentre a Wanda Nara per il contratto del marito ho proposto un lordo di circa 12 milioni.
Icardi non è stupido e forse ha capito che per rilanciarsi a livello europeo andare in una squadra come il Psg, dove potrà primeggiare con più facilità rispetto al Napoli, per lui era la scelta migliore».
ANCELOTTI – «Carlo è il Von Karajan del calcio: democraticamente inflessibile, culturalmente irreprensibile e amichevolmente esemplare».