Calcio Napoli

De Laurentiis: “Il Napoli non esisteva più. A Spelltti e ai calciatori ho detti queste parole”

Aurelio De Laurentiis ha rilasciato una lunga intervista al giornalista Carlo Alvino su Kiss kiss Napoli. Molti i temi toccati dal patron del Napoli, dal ritiro mancato al futuro del club e di Spalletti.

DE LAURENTIIS A KISS KISS NAPOLI

Empoli-Napoli? In quei nove minuti di Empoli ho avuto delle vampate di calore, mia moglie si è preoccupata. Con quei tre gol subiti hai offeso 160 milioni di tifosi del Napoli nel mondo. Anche Spalletti ha detto: “ci vuole il ritiro”. Poi a freddo, ci pensi, questo è un retaggio di un calcio arcaico. Il calcio è un’industria vera, con regole precise, quello che non hanno capito alcuni opinion leader. Io sorrido quando sento che non ho messo persone al posto giuste in società, oppure che sono un padre padrone, non è vero: il Napoli ha fatto una grande cavalcata in questi anni, il Napoli non esisteva più. Io per rispetto verso la storia lo chiamai Napoli Soccer, abbiamo fatto una cavalcata senza precedenti. Solo in Serie B sono tornato al vecchio nome. Noi per la Uefa non esistevamo nemmeno più. Poi siamo arrivati in Serie A grazie a Reja, a quei ragazzi formidabili e in Serie C c’erano 60.000 spettatori al San Paolo. Tanto che le Figaro, titolò: “Napoli regina d’Europa”, la continuità ci ha portati tra i club più importanti. La Roma, l’Inter e il Milan sono al trentaquattresimo, trentacinquesimo e trentaseiesimo posto, brutto fare paragoni, ma il Covid ci ha massacrati. Abbiamo preso la pandemia come un male passeggero, l’abbiamo presa sotto gamba, investendo tanti soldi per calciatori come Demme, Lobotka ed altri. Gli sponsor andavano via, gli stadi chiudevano, eppure siamo ancora qua e qui vogliamo rimanere”.

Cena coi calciatori: “Con lo staff tecnico e Spalletti ci siamo intrattenuti per un’ora nell’ufficio di Luciano, gli ho detto testuali parole, evidenziando che siamo partiti con otto vittorie in Serie A, viaggiavamo come una locomotiva e non avevamo il tanto osannato Lobotka. Evidentemente la preparazione a Dimaro e Castel di Sangro ha dato risultati pregevoli, poi qualcosa sarà successo. Io ho detto: signori, sicuri non ci sia un rallentamento negli allenamenti che sono pochi allenanti? Ho piena fiducia in Spalletti, l’ho pregato di valutare bene in queste ultime partite. La nostra idea era quella di conquistare la Champions League. Temo di perderla? Pensare di non fare quattro punti in quattro partite sarebbe un fallimento. Ieri sera mi sono seduto al tavolo di tutti i calciatori, gli ho detto: signori, voi siete aziende non solo miei dipendenti. Quindi come gruppo unitario ed unito dovete combattere con il coltello tra i denti, perché ne va di mezzo la credibilità etica e professionale. Voi avete un importante colore da difendere, quello azzurro che è anche quello della Nazionale. Un peccato che non vogliate massimizzare. Mi ascoltavano attentamente, qualcuno ha avuto la forza di entrare nel merito, partecipando con dialettica, questo mi ha fatto piacere. Ho detto: guardate, i tifosi hanno sempre ragione anche quando hanno torto. A loro non è dato sapere tutte le verità che stanno dietro al mondo del calcio. Loro vogliono svagarsi e liberarsi da tutte le ansie di mogli, amanti e figli con la squadra del cuore, un vero ammortizzatore sociale.

Visita a casa di Mertens? “A Dries avevo mandato una medaglia con le immagini del Vesuvio, da mettere al collo del bambino. Ho detto voglio andarlo a vedere quanto prima, me l’ero promesso. E’ troppo bello, Ciro Romeo è vispissimo come è giusto che sia. E’ il figlio di Dries d’altronde, con gli occhi azzurro Napoli. Sono stato a bearmi sulla terrazza di Palazzo Donn’Anna a guardare la mia Capri, ho una passione per questo palazzo. Sapete che sono cittadino onorario dell’isola azzurra. Amo i nostri panorami. Rinnovo? Ho detto: “Scusa Dries, hai un’opzione per un altro anno. In questi tre anni è successo di tutto di più, tra guerra, problemi grossissimi, covid ed altro… ci dobbiamo sedere, decidi tu quando, tra una settimana, un mese, quando è finito il campionato. Se tu vuoi veramente rimanere legato a squadra e città, noi siamo qui. Sensazioni? Ciro credo sia innamorato dello stile di vita che ormai ha abbracciato questa città. Lui è la persona che ha lasciato veramente il segno per numero di gol segnati in questo club e in questa città, non ci sono dubbi su questo. A lui andrebbe consegnato un pallone azzurro con scritta in oro: “Grazie Dries, grazie Ciro”, perché anche lui può essere chiamato così. Non dovrebbero esserci problemi, ma nella vita, mai dire mai”.

DE LAURENTIIS SUL FUTURO DEL NAPOLI E SUL MERCATO

Il nuovo Napoli? “Dal 22 maggio dovremmo fare una full immersion di pensiero. Ho sempre guardato al futuro, sono proiettato al futuro, non al passato. Ma le partite stanno diventando troppe e tutte a discapito dei campionati nazionali. Chi paga? Il tifoso, l’unico che paga questa situazione. Il calcio europeo favorisce l’Inghilterra, si è promesso amore eterno dopo aver detto addio alla Superlega. Allora si sono inventati che le partecipanti della Champions saranno 36, ma quattro saranno ripescate per i valori degli anni precedenti, poiché ci sono troppi club londinesi che devono partecipare. La Uefa vuole fare x partite, la Fifa vuole fare x partite e sfasciano il calcio nazionale. Oppure dobbiamo fare campionati da 12 o 16 squadre, altrimenti come li mantieni li spogliatoi? E che servono squadre da 40 calciatori?”.

Colpo Kvaratskhelia“Faremo una crasi come per Zapata, allora c’erano altri quattro o cinque di Zapata, ma non posso chiamarlo Giorgia. Quella è una cantante (ride, ndr.). E’ un colpaccio? Speriamo bene. E’ un calciatore del Napoli? Certo, senza dubbio”.

Rivoluzione nel Napoli? “Termine sbagliato, faremo un adeguamento al calcio nazionale ed internazionale. Bisogna avere conti in ordine, questa è la priorità. Proposta di Gravina? Devono nascere nella Lega stessa, non nella Federcalcio, siamo noi che finanziamo la FIGC, si sono invertite troppo le parti secondo me. Non è che tu hai avuto il Castel di Sangro ed hai una esperienza pari a uno che sta da 18 anni a grandi livelli ed ha portato anche il Bari dalla C alla Serie A. Poi li avremo un’altra diatriba, un passaggio che mi è sembrato più una vendetta che altro. Se io ho un obbligo a vendere ad una determinata data, potrei ricevere proposte irriverenti, allora devo chiedere ristoro alla FIGC? Tu non puoi venire in Serie A e non fare mercato. Se vieni in massima serie devi investire tra i cinquanta ed i sessanta milioni di euro. Bisogna tornare ai campionati a 16 squadre come negli anni ottanta, invece si fanno piccoli giochi di potere da quattro soldi che mette alla berlina il calcio italiano rispetto a quello europeo”.

Presenza a Castel Volturno? “Me l’ero preposto, ma siccome c’era un nuovo allenatore non ho voluto intervenire prima per non sembrare invadente. Il primo anno che viene un nuovo tecnico che ha un suo carnet importantissimo, è uno al quale non puoi negare che abbia un passato glorioso. Ad inizio anno ho detto: “Ragazzi quest’anno la priorità non è la Coppa Italia, né l’Europa League, ma dobbiamo recuperare la posizione europea con la Champions. Avete sempre parlato di scudetto, ma il nostro obiettivo è un altro. Sono preoccupato di questa continuità negativa dello Stadio San Paolo”.

Pochi punti al Maradona?Si sono incazzati sia Maradona che San Paolo, sono stati chiamati in causa per parlare delle nostre vittorie, sconfitte, pareggi. A parte gli scherzi, credo che ci siano stati problemi e faremo delle valutazioni anche sugli infortuni che ci sono stati quest’anno. Li affronteremo con la massima serenità possibile”.

Appello ai tifosi del Napoli? “Innanzitutto chiedo scusa ai tifosi azzurri per la bruttissima sconfitta di Empoli a nome della squadra e di tutte le componenti che la costituiscono, ma dico loro di seguirci sempre e venire allo stadio, abbiamo bisogno della vostra positività. Non ascoltate gli ex calciatori delle squadre del nord e le continue cavolate che dicono. Il Sud, ma soprattutto Napoli, fa invidia al mondo. Noi qui portiamo una croce da trecento anni, ma prima o poi torneremo a comandare, come è giusto che sia, sugli incapaci e gli stolti”.

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