Umberto Chiariello ha commentato il caso calcioscommesse, definendolo lo scandalo che ha travolto il calcio italiano come il più pericoloso di sempre.
CALCIOSCOMMESSE. Non accenna a placarsi la bufera sullo scandalo scommesse che ha investito il mondo del calcio italiano, con i nomi di alcuni giocatori di Serie A accusati di aver effettuato scommesse proibite. Sulla spinosa questione è intervenuto il giornalista sportivo Umberto Chiariello, che ai microfoni di Radio Napoli Centrale ha espresso un duro giudizio sulla vicenda.
Chiariello non ha usato mezzi termini, definendo l’attuale scandalo come “il più pericoloso di tutti” tra quelli che hanno colpito il calcio italiano negli ultimi anni. Secondo il giornalista, infatti, ciò che sta accadendo rischia di minare alle fondamenta la credibilità del sistema calcistico nazionale, ben più di altri noti casi come Calciopoli o le plusvalenze fittizie.
“C’è stata Calciopoli, nel 2006, un sistema di potere che alterava i campionati. Ai giorni nostri, invece, c’è stata una Plusvalopoli con un altro sistema di potere che ha alterato i campionati secondo quanto dice la sentenza, ma adesso si arriva ad uno scandalo di proporzioni non ancora comprensibili”.
“Ma è il più pericoloso di tutti. Qui non si parla di risultati alterati, non credo sarà così, ma di una mina nel cuore del sistema calcio”.
Nel mirino di Chiariello sono finiti soprattutto i giovani calciatori coinvolti, che nonostante la ricchezza e il successo hanno ceduto alla tentazione delle scommesse illegali. Il giornalista si è chiesto quali motivazioni possano spingere dei ragazzi benestanti a compiere simili azioni, ventilando l’ipotesi di una vera e propria patologia come la ludopatia.
“Ludopatia? Se è malato, toglietelo dal pallone e curatelo. Che senso ha scommettere? Scommette il disperato, quello che pensa che con la scommessa cambia vita. Sanno benissimo che gli è vietato e lo fanno addirittura su siti illegali”
In ogni caso, Chiariello ha invocato provvedimenti durissimi per i calciatori implicati, arrivando a proporre che vengano allontanati dal mondo del pallone e curati se affetti da dipendenza dal gioco. Parole forti, che testimoniano la gravità della situazione agli occhi di uno dei volti storici del giornalismo sportivo italiano.