Il giornalista Maurizio Zaccone ha scritto un lungo post sulle proteste civili di Napoli, che anche ieri sera hanno interessato il capoluogo.
Le proteste di Napoli, come quelle di Milano e Torino. Fatte da persone che non riescono più a vedere dinanzi a se un futuro. Magari tra queste persone civili si annida qualche testa calda, quelle che poi fa gridare allo scandalo e porta Napoli su tutti i tg nazionali, pronti a sfruttare lo stereotipo. Eppure Napoli ha fatto vedere con cortei civili di voler dare solo il proprio messaggio al governo regionale e nazionale. Migliaia di persone hanno voluto lanciare il loro grido d’aiuto per una situazione che sta diventando insostenibile. Come dargli torto? E’ veramente complicato riuscire a guardare al domani in questa situazione ed in tanti non chiedono altro che di poter continuare a vivere dignitosamente.
Proteste Napoli: parola a Zaccone
Anche ieri sera i napoletani sono scesi in piazza, in maniera assolutamente civile, per lanciare l’ennesimo grido di rabbia. Era successo più volte nei giorni scorsi, non solo venerdì.
Non hanno guadagnato le prime pagine dei giornali, certo, ma c’erano. Poi venerdì sera una manica di infiltrati hanno provato a sporcare le sacrosante ragioni della piazza, riuscendoci.
Avrei voluto scriverne ma non ci sono riuscito perché travolto dal rigurgito social di troppi indignati che nel condannare (giustamente, è chiaro) le vergognose immagini degli assalti, non ritenevano necessario un distinguo con la maggioranza dei presenti, quasi a non veder l’ora di potere, ancora una volta, non ascoltare le loro ragioni. Una marea di “mi vergogno di essere napoletano” e via dicendo. Erano i miei amici a scriverlo, persone che stimavo. Una vergogna poi scomparsa quando le stesse immagini hanno cominciato a replicarsi in ogni parte d’Italia. Perchè la monnezza si infila ovunque lo ritiene possibile. E si trova, ahimè, ovunque.
La paura di non andare avanti
Ma Zaccone parla anche dell’altra faccia delle proteste di Napoli. Quella fatta di gente che non sa più come andare avanti, che ha paura del virus e della crisi economica:
hai paura del virus come tutti, non minimizzi nulla, ma ti si gonfiano gli occhi pensando che oggi, non domani, non saprai più come pagare fitto, bollette ecc. Hai solo una fottuta paura per te e per i tuoi figli. E devi sorbirti la ramanzina dei professori di questa cippa che ti invitano a vedere una corsia d’ospedale, quando magari tu da lì vieni perché hai sconfitto un tumore o hai assistito un tuo caro che non ce l’ha fatta. Che ti spiegano quello che tu potresti insegnare a loro. Che ti giudicano, sempre, incapaci di vedere le due facce del problema, diventando cosi parte del problema. Questa è la pandemia che avrebbe dovuto renderci migliori? Ho letto commenti del tipo “speriamo che vi prendete tutti il Covid e morite, visto che vi assembrate” e non era il peggiore. Su quelli dedicati ai napoletani poi, sorvolo. È una situazione difficile dove serve sale in zucca nel giudicare e buon cuore. Vorrei tanto dire che ho fiducia che questo avvenga, ma mentirei.
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