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A Milano si lamentano, ma il fallo di Tomori era da rigore sacrosanto. Ritorna in mente il vecchio assioma tante volte usato nei confronti del Napoli

Il fallo di Tomori era da rigore sacrosanto, ma nei salotti tv nazionali si afferma che ci sarebbe una congiura arbitrale contro Milan e Juve.

Daniel Siebert da Berlino: è l’uomo che dopo 18 minuti spegne le speranze del Milan di vivere una grande notte europea a San Siro. Il Chelsea supera i rossoneri 2-0 al termine di una partita che di fatto dura meno di un tempo. Troppo pesante per i rossoneri, dal punto di vista tecnico ma soprattutto mentale. I rossoneri  lamentano l’ingiustizia subita in occasione dell’espulsione di Tomori, che di fatto spiana la strada ai Blues dopo un avvio in cui le due squadre si erano fronteggiate a viso aperto.

IL FALLO DI TOMORI ERA DA RIGORE: GIUSTO IL CARTELLINO ROSSO

Sulla sfida Champions arriva il commento di Rosario Pastore: “Mi auguravo, ma sul serio,una vittoria del Milan, così come mi auguro che vinca le ultime due partite. Semplicemente perché dovrà continuare a combattere su due fronti e non solo sul campionato, raddoppiando le fatiche. Stabilito questo, mi chiedo perché il salottino di Anna Billò abbia voluto immergersi completamente nel ridicolo.

A sentire lor signori, ci sarebbe in atto un’autentica congiura arbitrale contro il Milan e, visto che ci troviamo, anche contro la Juventus. Lo so, arrampicarsi sugli specchi è stancante ed anche inutile. Ma perché non ammettere che il fallo di Tomori era da rigore sacrosanto e, considerata la reiterazione del fallo in una chiara occasione da gol, c’era anche il rosso?

L’azione è stata mandata in onda un centinaio di volte e l’impressione era sempre quella: l’arbitro tedesco, che si trovava in posizione ideale per giudicare, ha atteso di vedere che non ci fosse la possibilità del vantaggio. E solo quando si è reso conto che la possibilità della rete era sfumata, ha fischiato la punizione dal dischetto e la conseguente espulsione del milanista. Ha semplicemente deciso a termini di regolamento“.

CARO MILAN RICORDI? CHI SI LAMENTA È UN PERDENTE

Della congrega nel salotto, il solo Paolo Condò è apparso in difficoltà di fronte alla tesi innocentista degli altri. Mentre il signor Fabio Capello, dall’alto dei suoi quarti di nobiltà calcistica, osservava con disinvoltura che mai nella vita i tentativi di Tomori, che per tre volte aveva messo le mani sulle spalle dell’avversario, potevano considerarsi da rigore. Sorvolo sull’atmosfera logicamente lugubre del salotto. Ma è normale. Quello che non è normale, scusatemi, è l’insistenza e la protervia di tesi che non stanno ne in cielo ne in terra.

A proposito, è stato chiamato in causa anche un presunto fallo su Cuadrado. Come per dire: vedete? Ci sono stati due pesi e due misure. Ma va là, dicono a Milano. E mi è venuta in mente il vecchio assioma tante volte usato nei confronti del Napoli: chi si lamenta è un perdente. In questo caso, mai verità più vera…“. Ha concluso il decano dei giornalisti napoletani.

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