Calcio Napoli

Insulti a Firenze, lo sfogo durissimo dell’attore Salvatore Esposito – Video

POLEMICHE FIORENTINA-NAPOLI. Salvatore Esposito non ha digerito gli insulti ed i brutti episodi avvenuti allo stadio “Artemio Franchi” di Firenze. Il celebre attore, reso famoso dalla parte di Genny Savastano in Gomorra, si è lasciato andare ad un durissimo sfogo che ha pubblicato sui suoi canali social. Nel mirino quei tanti pseudo tifosi che rovinano il mondo del calcio e di cui se ne può fare sinceramente a meno.

LE PAROLE DI SALVATORE ESPOSITO. L’Italia è il Paese dove durante una partita di Calcio una bambina è costretta a mettersi una maglietta della sua squadra del cuore al contrario perché potrebbero esserci problemi. L’Italia è il Paese dove un allenatore può essere schiaffeggiato sotto gli occhi di tutto e non succede niente. È il Paese dove si possono inneggiare a catastrofi naturali, bombardamenti su una Città, insultare santi, discriminare razze, religioni…questa è l’Italia.

Un Paese dove durante una partita di Calcio tra due squadre si può insultare una terza. Così, senza motivo, solo per il gusto di farlo. E noi tifosi perbene dobbiamo sopportare queste cose. E sto parlando a nome di tutti i tifosi perbene di tutte le squadre di Calcio italiane, perché gli imbecilli ci sono ovunque. Io però mi sono scocciato. Tutte le volte la stessa storia, siete diventati pesanti, petulanti, ignoranti. E non ve la facciamo più, perché noi tifosi perbene vogliamo goderci il gioco del Calcio, divertirci, tifare per i nostri colori e per i nostri calciatori.

E invece ogni volta è sempre la stessa storia. Ma non vi siete annoiati anche voi? Non vi vergognate di essere riconosciuti all’estero per queste cose? Pensate che i grandi calciatori stranieri siano invogliati a venire nel nostro Calcio? Allora non chiedetevi del perché il nostro Calcio negli ultimi anni ha subito una grave involuzione. Non vi lamentate del fatto che i ragazzini non vanno più allo stadio, perché se questi sono gli esempi che danno loro gli adulti, perché dovrebbero andarci? Io sono un semplice tifoso e non voglio ergersi a paladino di nulla, voglio solo godermi il mio sport preferito. E voglio che i giovani si sentano liberi di tifare per la propria squadra senza nessun problema, senza doversi vergognare e senza dover mettere la maglia al contrario come ha fatto quella bambina”.

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