Ibra al Napoli è notizia di mercato di questi giorni, ma trattando dell’ipotesi di calciomercato Gazzetta dello Sport non riesce a fare a meno di portare in auge i soli stereotipi.
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Dure le reazioni per quanto accaduto, con Angelo Forgione che dice: “Secondo Sebastiano Vernazza della Gazzetta dello Sport, #Ibrahimovic sarebbe perfetto nel #Milan perché sferzerebbe l’apatia di Milanello, coerente nel #Bologna perché balcanico come Mihajlovic e ideale nel #Napoli perché… è una specie di boss cresciuto in un ghetto di Malmoe simile a Scampia, e potrebbe fronteggiare pure Aurelio De Laurentiis, che gli direbbe qualcosa solo dopo aver contato fino a dieci. Niente; proprio non ce la fanno a non intingere la penna negli stereotipi”.
Ibra al Napoli, con tutti gli stereotipi
Ancora una volta non si è riusciti a fare meno dei luoghi comuni. Ibra al Napoli è una notizia di mercato, ma per trattare della città partenopea e del possibile arrivo dello svedese si è di nuovo puntato sugli stereotipi. Quelli che affliggono Napoli, città con tanti problemi così come tutte le grandi città d’Italia e del mondo. Ecco perché avremmo voluto non trattare nuovamente questo argomento, eppure ci riesce difficile non prendere una posizione. Anche perché ci si chiede come mai non si parli di Milano violenta, dei problemi di Torino, Roma o Manchester quando un calciatore deve trasferirsi in un club di quella città. Invece parlando della possibilità di vedere Ibrahimovic al Napoli Gazzetta dello Sport ha deciso di descrivere il potenziale arrivo dello svedese, come una sorta di eroe del ghetto che ben si può rispecchiare con i problemi dei quartieri napoletani. Insomma Ibra sarebbe giusto per la piazza partenopea non per le qualità tecniche e fisiche, ma perché può incarnare colui che ha vissuto nei bassifondi e quindi sa come starci. Ecco ci chiediamo, perché si sente l’esigenza di fare sempre e solo questi accostamenti? Perché non si riesce ad uscire da certe logiche? Chissà se avremo mai una risposta.
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Ecco l’estratto dell’articolo di Gazzetta
Città bellissima da visitare, difficile da vivere nella quotidianità. Ibra però è cresciuto a Rosengard, il ghetto di Malmoe che ha poco da invidiare a certi quartieri napoletani malfamati. Nell’adolescenza in Svezia si è vaccinato e poi ha accumulato carisma e personalità, quanto basta per fronteggiare gli eccessi di Napoli. Sarebbe il «frontman» ideale per il Napoli impaurito di oggi. Il figlio di De Laurentiis, Edo, non direbbe una parola fuori posto davanti a Zlatan, suo padre presidente conterebbe fino a dieci. Carlo Ancelotti, che conosce bene lo svedese per averlo allenato al Psg, gli affiderebbe l’attacco, rimodulato nel nuovo 4-3-3 che il tecnico ha in mente per uscire dalle secche. Lozano e Insigne sarebbero ottimi fornitori