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Gollini: “Ero vicino al Napoli già in estate. Scudetto? Nello spogliatoio si parla solo di una cosa…

Gollini rivela che era vicino al Napoli già in estate mentre sullo Scudetto dichiara che nello spogliatoio si parla sempre di una cosa

Presentazione per Pierluigi Gollini, nuovo portiere del Napoli. Al posto della canonica conferenza stampa, l’ex portiere della Fiorentina è stato intervistato da Valter De Maggio ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli: “In pochi sanno che c’era stato un avvicinamento in estate, ma il Napoli stava facendo le sue valutazioni e io avevo la cosa di Firenze abbastanza avviata. La Fiorentina era pronta per il mio passaggio, il Napoli aveva altre priorità, come la situazione di Navas. Ora sono felice di essere in questa piazza che mi è sempre piaciuta, che ho guardato sempre con ammirazione per ciò che trasmette, per ciò che riserva ai calciatori, e ovviamente per il Napoli squadra”.

Ci racconti dell’abbraccio di Osimhen dopo il gol per esultare? “Lo ringrazio. Negli spogliatoi gli ho detto in inglese ‘Fammi vedere il leone che sei’. Poi abbiamo parlato un po’ e abbiamo legato in maniera naturale. E’ un gesto che ha fatto per darmi il benvenuto. Lo ringrazio. Mi sembra di essere in questo gruppo da tanto tempo, anche perché con gli italiani li conosco da tempo per le nazionali, poi c’è Ndombele che ho avuto con me al Tottenham. E anche con gli altri mi sono integrato benissimo”.

Ricordo la parata su Raspadori con la maglia della Fiorentina? “Sì, sicuramente quello è stato il mio momento migliore in malgia Fiorentina. Poi non ho più trovato lo spazio che desideravo e quello mi ha consigliato di venire qui. Jack ha fatto un’ottima giocata, io un’ottima parata. Già si vedeva che il Napoli era partito forte, oggi è una squadra più collaudata. Un po’ di tifosi napoletani mi hanno maledetto per quella parata e quella partita, oggi spero di ripagarli con questa maglia”.

Gollini rivela di aver ricevuto una bellissima accoglienza

Come sei stato accolto in squadra? “Sì. Tanto viene dato anche dalle persone che lavorano per il Napoli, a partire dai magazzinieri, lo chef, i fisioterapisti. Mi hanno accolto come se fossi arrivato davvero in una famiglia e questo aiuta molto ad integrarsi subito e a farci sentire a casa. E poi c’è un gruppo-squadra molto tranquillo, maturo, solido. Un gruppo coi piedi per terra e per me è stato molto facile inserirmi”.

Se più bravo di Spalletti nei calcoli in matematica? “La chiave del discorso è pensare partita per partita ed è così qui, è la forza di questo gruppo. Se riusciamo a fare ciò che questa squadra ha dimostrato nel tempo il futuro davanti è bello. Il Milan l’anno scorso ha vinto lo Scudetto e quest’anno sta vivendo un momento difficile: questo per dire che nel calcio delle cose sembrano facili ma non lo sono, quindi è giusto quello che dice il mister per rimanere coi piedi per terra”.

Conosci la cultura napoletana? Raspadori ti ha detto del Capodanno. “Parlano tutti della potenziale futura festa Scudetto. Dicono tutti: ‘Immagini se succede qui cosa succede?’. Io sono italiano, conosco la cultura napoletana. Poi è normale che finché non lo vivi non puoi saperlo appieno. Ma so che qui il Capodanno è unico”.

Il Napoli è la squadra in Italia che ha ritmi da Premier? “La cosa che accomuna le squadre di Premier, a parte il City, è il livello di agonismo e l’intensità. Noi oggi abbiamo un livello tecnico altissimo, sono rimasto impressionato quando sono arrivato. Il livello è veramente elevato in tutti i giocatori, sono tutti forti tecnicamente. La squadra è in fiducia e speriamo il meglio. Poi c’è anche una grande intensità e questo ci accomuna al calcio europeo: sia in Germania che in Premier si gioca con grande agonismo, con grande intensità”.

Quante insidie nasconde la partita di La Spezia? “Soprattutto fuori casa… Spezia è uno stadio ostico, molto piccolo, vicino, il pubblico sarà caldo. Poi quando uno è primo in classifica gli altri giocano sempre col coltello tra i denti. Ma noi andremo a Spezia e ci faremo trovare pronti”.

Il Napoli può essere la mina vagante della Champions League? “La Champions è una competizione molto difficile, estremamente competitiva. Dalla nostra noi abbiamo la possibilità di scendere in campo con spensieratezza, senza aver paura di nessuno e giocandoci al meglio le nostre carte. Con il talento e il modo di giocare che abbiamo ce la giochiamo con chiunque”.

Nei quattro portieri italiani più bravi due sono del Napoli: è un bel segnale? “Sicuramente sì. Io posso esserne solo felice e dire che il Napoli ha fatto le scelte giuste. La scuola portieri italiana dal punto di vista tecnico è la migliore. Il modo di allenare della vecchia scuola italiana è rimasto un po’ troppo fermo su dei punti perché il calcio è divenuto più europeo, il portiere deve giocare coi piedi, essere più dinamico. E quindi possiamo anche prendere da altri e modernizzare la scuola. Ma dal punto di vista tecnico la scuola italiana è ancora la migliore al mondo. La tecnica ti aiuta a non fare errori e ti porta ad essere completo”.

Ancora sulla Champions League. “Noi all’Atalanta andavamo sempre in campo col pensiero di potercela giocare con chiunque ed è giusto farlo anche qui al Napoli. Siamo realisti, andiamo step by step e pensiamo partita per partita: è la cosa migliore per non togliere energie. Tutte le gare di campionato devono essere delle finali e quando si va in campo in Champions bisogna andare spensierati in campo perché ce la giochiamo con chiunque”.

In calendario manca poco per la partita contro la Fiorentina. “Spero che quella giornata lì possa essere una splendida giornata”.

Vuoi dedicare un messaggio ai tifosi? “Ringrazio tutte le persone di Napoli per l’accoglienza ricevuta, mi hanno fatto sentire a casa e ben voluto dal primo momento. A livello umano questo non ha prezzo, li ringrazio tutti”.