Paolo Ziliani interviene sulla Juventus dopo il deferimento per il caso stipendi, il giornalista parla di Serie B per i bianconeri.
La Juve fa il triplete di problemi extracalcio: l’inchiesta prisma a livello di giustizia ordinaria, poi quella sportiva con plusvalenze e caso stipendi. Insomma non manca proprio nulla.
Ecco quello che scrive Paolo Ziliani: “Sorpresa: la Juve va a processo e risponderà anche dei rapporti con i “club amici” La Procura Federale con 7 giorni di ritardo ha deferito il club bianconero che voleva patteggiare ma chiedeva solo una maxi ammenda. Chinè ha così appesantito il carico di accuse: a giugno il processo“.
Poi il giornalista aggiunge: “Dunque la Juventus è stata deferita e andrà a processo. Niente di inatteso (la sorpresa, semmai, era che la Procura federale ci stesse mettendo tanto a farlo, visto che il termine era scattato il 12 maggio, 30 giorni dopo la comunicazione alla Juve di fine indagine del 12 aprile), anche se una sorpresa, e non piccola, il procuratore Chinè l’ha sfoderata: oltre che per le ‘manovre stipendi’ (due) e per i rapporti con gli ‘agenti collusi’, il club bianconero è stato deferito anche per i rapporti con i ‘club amici’, le sei società (Atalanta, Sassuolo, Udinese, Sampdoria, Bologna e Cagliari) che si sono prestate a farle da sponda nel portare a termine operazioni di calciomercato con modalità illecite. Parlo di sorpresa perché questo filone, quello delle ‘succursali’, era stato rinviato alla stagione prossima in attesa che le Procure delle sei città interessate svolgessero le loro indagini“.
“Invece per la Juventus il giudizio ‘anche’ su questo filone d’inchiesta verrà dato subito, fra pochi giorni, a giugno: anche perché la mole probatoria in possesso della Procura è, per tutti questi filoni, ‘impressionante’, per usare l’aggettivo citato sia dalla Corte d’Appello sia dal Collegio di Garanzia. Questo particolare, l’aggiunto di un ulteriore capo d’accusa, svela tuttavia molte cose delle trattative segrete che sono state intessute tra Chinè e Scanavino e Calvo (si fa prima a dire Elkann) nei 7 giorni di ‘tempo sospeso’ intercorsi tra il 12 maggio, giorno in cui avrebbe dovuto scattare il deferimento, e oggi 19 maggio“.
“La trattativa per andare al patteggiamento prima del deferimento, che sarebbe stato conveniente per la Juventus (avrebbe avuto lo sconto di metà della pena), è naufragata per la pretesa del club bianconero di chiudere l’intero capitolo con una maxi ammenda e nessuna sanzione per la squadra. Chinè, che pure ha dimostrato negli anni di avere verso Madama un animo buono e compassionevole, ha ritenuto irricevibile la proposta: e a quel punto è andato deciso verso il deferimento rendendo più pesante il fardello di accuse cui la Juve dovrà rispondere con l’inserimento a sorpresa anche del filone ‘club succursali’, una vera zavorra”.
Caso stipendi: Juve in Serie B?
“Il deferimento è per ‘responsabilità diretta e oggettiva’ ed è stato disposto ‘per gli atti e comportamenti posti in essere dai propri dirigenti’: Andrea Agnelli, Nedved, Paratici, Cherubini più Manna, Morganti e Braghin responsabili del settore giovanile. A tutti è stata contestata la violazione dell’articolo 4, comma 1, quello sulla lealtà sportiva che è già costato, solo per il filone plusvalenze, 2 anni di inibizione ad Agnelli e Arrivabene, 2 anni e 6 mesi a Paratici e 1 anno e 4 mesi a Cherubini. Proprio la violazione dell’articolo 4 incombe ora coma un macigno sul capo del club bianconero: prevede infatti sanzioni unicamente di carattere sportivo (punti di penalizzazione ed eventualmente retrocessioni e titoli revocati) e il Collegio di Garanzia, che è la Cassazione del calcio, ha appena reso definitiva e non più appellabile la condanna, e quindi la colpevolezza, dei quattro dirigenti apicali del club: Agnelli, Arrivabene, Paratici e Cherubini. Immaginare come la Juventus, in questo stato di cose, possa scampare a dure condanne in ognuno dei filoni del prossimo Maxi Processo è complicato (eufemismo): solo le due “manovre stipendi” sarebbero da radiazione del club e dell’ex (ormai) presidente Agnelli, figuriamoci se a tutto ciò si aggiunge il carico della malefatte compiute con gli agenti e con i club succursali“.
“Il processo verrà allestito in tempi brevi e primo e secondo grado verranno conclusi a giugno, entro il giorno 30 (data di chiusura della stagione calcistica). Naturalmente, la Juventus ha ancora la possibilità di chiedere il patteggiamento, purché lo faccia prima dell’inizio del dibattimento; godrebbe in questo caso dello sconto di un terzo della pena, ma risulta difficile pensare che ciò possa avvenire: non si capisce perché allora Madama non abbia patteggiato prima del deferimento, avvantaggiandosi di uno sconto di metà della pena. Personalmente ero convintissimo che al patteggiamento si sarebbe andati: forse mi sono sbagliato. Temo che per la Juventus affrontare un processo così impegnativo, con i giudici che dispongono di montagne di prove provate di colpevolezza, di intercettazioni confessorie, di documenti perquisiti, di ammissioni dei tesserati, sarà una Waterloo. Se andrà bene sarà come nel 2006 a Calciopoli: B con penalizzazione. Ma deve andare molto, molto, molto bene“.