Lingua Napoletana

Rattuso, origini del termine e l’uso nella lingua napoletana

Rattuso, è un termine molto usato in lingua napoletana. Il tipico tipo lascivo, indecente, libidinoso. Le origini della parola derivano dal latino.

LINGUA NAPOLETANA. Ci sono alcune parole napoletane che sono completamente intraducibili. Sì perché con una sola parola esprimono concetti di una complessità enorme pensiamo a tradurre che ne so cazzimma, skizzekea, N’gannaruto…

Tu come vuoi tradurre per esempio RATTUSO? Sì perché è termine che noi napoletani conosciamo benissimo è un complesso di atteggiamenti soprattutto riservato agli anziani.

Ecco perché si dice spesso : “quello è un vecchio rattuso” ma non è escluso che molti giovanotti siano rattusi in questo caso “chillè nu poc rattusiello”.

Il rattuso è  il malato e il vizioso, il molestatore, quello che ad esempio  va strusciandosi sui mezzi pubblici.

Ecco è quello che guarda una donna dopo 30 secondi è capace di dirti tutte le sue misure oppure quello che va toccando le donne che le abbraccia sempre: “che bella guagliona che ti sei fatta” che tocca sempre l’avambraccio perché è un posto neutro.

È il cinquantenne che vanta sempre grandi prestazioni sessuali mentre non è buono proprio niente.

L’etimologia viene dal latino rasus che significa sfiorato attraverso attraverso il francese “Ratache” che significa appunto strofinarsi.

Rattuso, origini del termine e l'uso nella lingua napoletana

La favoletta napoletana del vecchio rattuso

In un piccolo paesino in provincia di Napoli viveva un uomo anziano di 93 anni , don Vicienzo vedovo di ben 4 mogli.
St’ommo in vita sua aveva avuto fama di grande amatore .A ll’epoca nun ce steve ‘na femmine d’o paese che nun era passata sotto a turlindana e Orlando!
Don Vicienzo gudeva ancora di buona salute, e ogni tre mise si recava dal medico per i controlli.
Un giorno il medico gli chiese:
-“don Vicie’ comme ve sentite? Maie state meglio inta a vita mia”,rispose o viecchio, “anzi vi diro’ che tengo na badante rumena e 21 anne è’ già incinta e tra poco sarò padre, nata vota. Cosa ne pensate dutto’?”
Il medico pensa un momento e dice:” Don Vicie’ se permettete v’aggia raccunta’ ‘na sturiella? ‘Na vota , cunuscette nu tale accanito cacciatore, nu juorne uscì di casa precipitosamente e pigliaie l’ombrello o posto d’o fucile.
Quando fu nel bosco,improvvisamente, nu lupo gli comparve annanze, prese l’ombrello, lo strinse con forza e lo puntò verso l’animale. E sapete cosa successe?”
“No.” Rispose il vecchio.
Il dottore continuò: “o lupo cadette muorto davanti a lui!”
“E’ impossibile!” gridò Don Vicienzo. “Qualcun altro deve aver sparato ‘o posto suoio!”
“E’ esattamente quello che sto cercando di spiegarvi, don Vicie’!” Rispose il medico.
Morale della favola:”ad una certa eta’ è meglio che ‘nce ammesuramme a palla!”

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