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Nicola Higuain strunz di Salvatore Di Giacomo.

Nicola Higuain Twitter e strunz  di Salvatore Di Giacomo. Un genio dei Social prestato al calcio a cui dedicare due splendide poesie come solo a Napoli sanno fare.

Di Francesco Pollasto

Strunz,
ch’arravugliat’ staj,
n’goppa a nu marciapiede
dint a na sfera e sole.

Nù muscuglione t’ gir attuorn’
e t’ canta na ninna nanna,
e tu t’adduorm,
STRUNZ.

Strunz di Salvatore Di Giacomo

Quella che avete appena letto è una delle più famose poesie di Salvatore Di Giacomo.
Autore di poesie, novelle e testi di canzoni, Salvatore Di Giacomo rappresenta una delle più intense voci poetiche di Napoli e d’Italia di fine Ottocento.
Nato a Napoli il 12 Marzo 1860, scopre la propria vocazione poetica e letteraria dopo aver lasciato gli studi di medicina.
Alcune delle sue poesie, musicate da compositori dell’epoca, sono oggi capolavori indiscussi della canzone napoletana come Marechiaro, Era de maggio, Carulì, Palomma ‘e notte.
Canzoni portate al successo in tutto il mondo da tenori come Luciano Pavarotti, Placido DomingoJose Carreras i quali hanno reso queste canzoni magiche e conosciute in ogni angolo del globo.
Ma oggi non è di arte che voglio parlarvi ma di Twitter, o meglio di un tweet quello di Nicola Higuain divenuto famoso grazie al fratello Gonzalo.

Nicola Higuain

Il buon Nicola in principio era simpatico con le sue frecciatine contro la Juventus, sembrava quasi uno di noi, difendeva la città e la viveva al punto di tatuarsi un pulcinella. Immediatamente dopo si è scoperto che quel tatuaggio non era un omaggio alla napoletanità ma una sorta di autoritratto.

Nicola Higuain passa alla Juve insieme al fratello, a dire il vero passa solo il Pipita, ma evidentemente Nicola questo non lo accetta, e da allora l’oggetto dei suoi tweet è cambiato. Oggi è De Laurentiis e tutti i Napoletani. Una vera merdata direbbero al nord, strunz direbbero al sud, ma noi non siamo volgari, riusciamo a tirare fuori una poesia anche da un aggettivo così brutto. This is Napoli.

Ecco l’ultimo capolavoro della ditta Higuain, sembra quasi un novello Cecco Angiolieri quando scriveva I’ ho sì gran paura di fallare

I’ ho sì gran paura di fallare
verso la dolce gentil donna mia,
ch’i’ non l’ardisco la gioia domandare
che ‘l mi’ coraggio cotanto disìa;

ma ‘l cor mi dice pur d’assicurare,
per che ‘n lei sento tanta cortesia,
ch’eo non potre’ quel dicere né fare,
ch’i’ adirasse la sua segnoria.

Ma se la mia ventura mi consente
ch’ella mi degni di farmi quel dono,
sovr’ogn’amante viverò gaudente.

Or va’, sonetto, e chiedile perdono
s’io dico cosa che le sia spiacente:
ché, s’io non l’ho, già mai lieto non sono.

E si  il buon Cecco aveva ragione, non si deve far adirare la vecchia signora, bisogna dimostrarle costantemente sottomissione.

Grazie a aucelluzzo.it per la presentazione della poesia

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