Calcio Napoli

Napoli, il portiere del Castel di Sangro: “Io acclamato, Milik fischiato. Vi racconto cosa è successo”

Il portiere del Castel di Sangro parla degli interventi decisivi su Arek Milik e del rigore parato Younes. Gabriel Romito, è diventato l’eroe locale.

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Gabriel Romito, portiere del Castel Di Sangro, squadra del campionato dilettanti è diventato l’eroe locale dopo aver murato Arek Milik e parato un rigore a Younes.
Romito è stato acclamato dai tifosi presenti allo stadio e oggi è riconosciuto anche al suo posto di lavoro, il bar Serricchio proprio a Castel di Sangro.
Il portiere del Castel di Sangro ha raccontato la vicenda che lo ha reso famoso per un giorno ai microfoni di Calciomercato.com. Ecco le sue parole:

Una bella emozione. Nell’arco di 48 ore ho trovato un giro nella testa che ancora non riesco a realizzare. Il calcio che viviamo oggi è puro divertimento. Non siamo stipendiati, c’è stato un grande applauso da parte di tutti perché hanno capito che siamo giocatori che fanno questo per passione. La cosa bella è stata quando siamo stati acclamati dai tifosi del Napoli e dai tifosi nostri. Il calcio che abbiamo fatto noi è quello che vogliono vedere“.

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IL PORTIERE DEL CASTEL DI SANGRO SU MILIK

Spero non dipenda da me la fine dell’esperienza a Napoli di Milik, altrimenti mi dovrò mettere tutta Napoli contro. Al di fuori di Arkadiusz, che è un grandissimo giocatore, sono contento di quello che è successo.

Lui è uscito tra i fischi, ma io tra una standing ovation. Parare il rigore di Younes è stata un’emozione. I rigori sono sempre una lotta per i portieri che li parano per fortuna, provano a giocarsela, ma alla fine lo specialista è sempre quello che tira.

Quando c’è stato il rigore ho pensato ‘Devo far vedere quello che sono, provo almeno a dimostrarlo’. Poi si è realizzato, l’ho intuito ed è successo quello che doveva succedere“.

Il portiere del castel di Sangro, Gabriel Romito, aggiunge un aneddoto su Younes e Meret:

Ho stretto la mano a tutti, sono stati molto gentili. È stato un onore parlare con Meret, che mi ha dato anche la maglietta. Stringergli la mano, vedere lui che viene verso di me e mi dice ‘Sei grande, sei un gran portiere’ e avere la sua maglia è stato un onore.

C’è stato anche un battibecco con Younes sul rigore, ma alla fine ci siamo stretti la mano ed è stato molto bello“.