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Totò, Gambe d’Oro. Il film sul calcio bocciato dai critici

Totò, Gambe d’Oro. Le vicende del barone Fontana e del suo Cerignola. il primo film sul calcio fu bocciato dalla critica.

 

Bisogna essere un po’ esperti di Totò per ricordarsi di Gambe d’Oro, pellicola del 1958 in cui il Principe interpreta il barone Luigi Fontana, presidente della squadra di calcio di Cerignola. Disponibile su Rai Play, il film non è di quelli che passano sulle emittenti locali, fonte di approvvigionamento quotidiano per “totòmani” e non. Lo sport è invece nella filmografia, come in Totò al Giro d’Italia del 1948. C’è poi un mai realizzato Totò-Calcio.

GAMBE D’ORO

Il film Gambe d’Oro non fu un successo, nonostante la regia di Turi Vasile, autore di Classe di Ferro e produttore di Federico Fellini e Michelangelo Antonioni.

La critica dell’epoca non lo accolse bene e salvò in parte Totò, scrive Repubblica, provato dalla malattia agli occhi e non in grado di leggere il copione (quell’anno girò comunque ben sette film).

Totò, Gambe d’Oro. Il film sul calcio bocciato dai critici
Una scena di Gambe d’oro, film del 1958, diretto da Turi Vasile

Se non proprio memorabile è lo sketch in cui, il principe De Curtis, spiega gli schemi di gioco alla lavagna, in altre battute si riconosce di più: «Sono un barone eletto dal popolo», «Democratico e comando io», «Fortuna audax Juventus», «Ah, se ognuno si facesse gli incassi propri» e, alla moglie milanese, «Ecco la calata dei barbari: a voi Longobardi non sta mai bene nulla».

La trama è semplice, con Totò presidente tirchio che vuol vendere a suon di milioni due stelle della squadra del Cerignola, tra cui la mezzala Aldo, fidanzato della figlia. Alla fine, vincono le ragioni del cuore. Il film ha un clima spensierato a cui contribuiscono le vivaci musiche di Lelio Luttazzi e quelle scene amarcord di una provincia italiana ancora non affetta dal boom dell’auto e dalla speculazione edilizia, il cui calcio era allora, sic et simpliciter, una festa.