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Lo sapevi che Nerone squalificò l’anfiteatro di Pompei a causa di una rissa tra Nocerini e Pompeani

Nerone chiuse l’anfiteatro di Pompei a causa di una rissa tra Nocerini e Pompeani. Il diverbio ebbe origine  da una futile causa in occasione dei giochi dei gladiatori.

Di: Francesco Pollasto

Nerone chiuse l’anfiteatro di Pompei, dove lottavano i gladiatori, ma chi erano veramente? e in cosa consistevano i ludi gladiatori?

Cicerone racconta così i gladiatori: «Non c’erano lezioni di coraggio di fronte al dolore e alla morte migliore di quelle, date realmente per gli occhi e non soltanto alle orecchie con le parole della retorica. condannati che non lottavano per compiacere un padrone ma per sfuggire alla morte». (Tusculanae disputationes, 2, 17, 41)


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All’inizio, infatti, fu un tributo alla morte, e alla morte non si può offrire null’altro che una vita. I ludi gladiatori, almeno al principio, non furono un crudele e disumano spettacolo di sangue per divertire il popolo, bensì riti funerari che si svolgevano durante i giorni di festa in cui si interrompevano le attività profane e il tempo storico per incontrare il tempo mitico.

A Roma, i primi gladiatori si chiamavano “gli uomini del rogo funebre”, e a Pompei ci fu una fiorente scuola. E lo spectacula – così era detto l’anfiteatro – che li ricevette davanti al loro pubblico, fu grandioso. La dimensione era tale da poter alloggiare il doppio dei cittadini residenti: contava ventimila posti, e la metà era riservata agli ospiti che accorrevano dalla provincia limitrofa.

L’anfiteatro pompeiano fu uno dei primi in muratura, lo fecero costruire a proprie spese i magistrati Marco Porcio e Caio Quinzio Valgo.

Nerone squalificò l'anfiteatro di Pompei a causa di una rissa tra Nocerini e Pompeani. Ludi Gladiatori
Ludi Gladiatori

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Nel 59 d.c. ci fu una memorabile una rissa tra Nocerini e Pompeani

Spesso lo spettacolo cruento accendeva gli animi, e nel 59 d.C. l’arena di Pompei fu teatro di una zuffa memorabile tra tifoserie che – al momento del verdetto – rispolverarono antichi rancori, come ricordano un affresco rinvenuto nella casa della Rissa nell’anfiteatro dei Dioscuri e Tacito:
“In quell’epoca si ebbe un massacro tra Nocerini e Pompeiani, originato da una futile causa in occasione dei ludi gladiatori banditi da Livineio Regolo […] Dapprima si scambiarono insulti e volgarità con l’insolenza propria dei provinciali, poi passarono alle sassate e alla fine ricorsero alle armi. I tifosi di Pompei, più numerosi dato che lo spettacolo si svolgeva a casa loro, ebbero la meglio. Molti uomini di Nocera furono riportati a casa feriti e mutilati, e non pochi piansero la morte di un figlio o di un genitore”. (Annali, XIV, 17)

La vicenda è ricordata, non senza amarezza, anche da un graffito: «O Campani, siete morti insieme ai Nocerini in quella vittoria». Dopo gli incidenti, su richiesta dell’imperatore Nerone l’anfiteatro fu “squalificato” dal Senato per dieci anni, ma successivamente la pena fu ridotta a due.

Fonte: Agnese Palumbo e Maurizio Ponticiello Napoli in 501 luoghi

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