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Milik si racconta: “Napoli è bellissima. Non mi paragonate a Lewandowski. Vogliamo vincere…”

Arkadiusz Milik si racconta. L’attaccante del Napoli ha parlato del suo rapporto con il calcio, il paragone con Lewandowski, la bellezza di Napoli e gli infortuni al ginocchio.

Arkadiusz Milik si racconta in un’intervista al portale della Serie A. L’attaccante del Napoli ha toccato molti temi, dal calcio in Polonia, al mondiale. Ecco quanto evidenziato:

CALCIO IN POLONIA

“Dove sono nato io il calcio è molto importante, in Polonia è tra le cose più importanti, anche nella mia città. Tutta la vita si concentrava intorno al calcio. Penso che la cosa più importante e il mio punto di forza sia la testa. Nel calcio il corpo è importante come la testa. Non arrendersi mai è la cosa più importante della mia vita”.

PARAGONE CON LEWANDOWSKI

“Non mi piace essere paragonato a Lewandowski, è un giocatore totalmente diverso, un calciatore fantastico. E’ il nostro capitano, il superstar della nostra squadra”. 

LA BELLEZZA DI NAPOLI

“Quando sono arrivato al Napoli ho subito chiesto al tassista di portarmi al mare per vedere i bei posti. Mi ha mostrato un po’ Napoli e mi è piaciuta tanto. Ci sono tanti bei posti, specialmente vicino al mare e quando c’è il sole: è veramente bella”.

GLI INFORTUNI

“Ho rotto due volte i legamenti ma tutto è ancora possibile. Sono un ottimista e cerco sempre di trovare qualcosa di positivo. Le mie due contusioni oscurano i momenti positivi, che sono meno di quelli difficili. L’infortunio è stato un momento duro, spero che i problemi con la salute siano finiti e ora arrivino solo i bei momenti”. 

LA SERIE A

“La Serie A è speciale, ma ogni campionato lo è con caratteristiche specifiche. In Italia sono rimasto impressionato dagli aspetti tecnici. La tattica è ad un livello molto elevato. Sicuramente, per la stagione e il Mondiale, ci sono ancora tante cose da fare. Vogliamo vincere e giocare al meglio delle nostre possibilità2.

MONDIALE

“Il Mondiale è qualcosa di importante, una specie di torneo della vita. Un giocatore può partecipare a 2-3, al massimo 4 Mondiali. Non riusciamo a togliercelo dalla testa”. 

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