Calcio Napoli

Di Lorenzo e la difesa a tre? Fedele: “Ecco il suo punto debole”

Napoli in bilico dopo la Supercoppa, Enrico Fedele critica Di Lorenzo e la difesa a tre.

Il Napoli, fresco vincitore della prima Semifinale di Supercoppa Italiana contro la Fiorentina, si trova ora sotto la lente d’ingrandimento, con Enrico Fedele che ha espresso dubbi significativi sulla difesa a tre e il ruolo di Giovanni Di Lorenzo. Le sue dichiarazioni, rilasciate a Radio Marte, mettono in luce una serie di preoccupazioni che potrebbero influenzare le future performance della squadra.

Fedele inizia analizzando la vittoria contro la Fiorentina, sottolineando la vulnerabilità della squadra di Vincenzo Italiano. Egli evidenzia la tendenza della Fiorentina a sbilanciarsi e a lasciare spazi in difesa quando si lancia in attacco, un aspetto che il Napoli è riuscito a sfruttare efficacemente.

Avevo detto che la Fiorentina fosse perforabile: la squadra di Vincenzo Italiano è così: può fare anche due gol a partire , ma poi ne subisce il doppio perché si sbilancia eccessivamente: si fa prendere dalla foga di andare avanti e lascia delle praterie in difesa. Contento per Giovanni Simeone?  Io continuo a preferire Giacomo Raspadori”.

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Fedele passa poi ad analizzare la scelta tattica di utilizzare la difesa a tre e il ruolo di Giovanni Di Lorenzo all’interno di questo schema. Secondo il giornalista, Di Lorenzo non è adatto al ruolo di marcatore, identificando la marcatura come il suo punto debole. Fedele sostiene che, sebbene sia possibile posizionare Di Lorenzo al centro in situazioni eccezionali, questa non dovrebbe essere una soluzione ripetuta con frequenza. Le sue parole sono chiare: “Il presidente deve farsi da parte e comprare chi ne capisca di calcio.”

“Di Lorenzo non sarà mai un marcatore: il suo punto debole è proprio nella marcatura. Puoi accentrarlo in via eccezionale, ma non può essere una soluzione da ripetere con costanza. Il presidente deve farsi da parte e comprare chi ne capisca di calcio”.

Fedele prosegue la sua analisi puntando il dito verso i giocatori del Napoli, accusandoli di eccessiva autostima. Egli sostiene che il problema principale risieda nella mentalità dei giocatori, che, dopo la vittoria nel campionato, si credono campioni d’Italia senza comprendere appieno che l’anno precedente è stato solo un successo nel Superenalotto.

“Il problema del Napoli è nei giocatori, che ora hanno fame e si credono campioni d’Italia, senza capire che l’anno scorso hanno solo vinto il Superenalotto. Chi pensa ai contratti e chi all’Arabia, nessuno riesce a tenerli a bada fuori dal campo”.

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