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Da Careca a Higuain quest’anno nessuno ha indossato la numero nove

Da Careca a Higuain: in azzurro il gol è certezza. Al San Paolo i tifosi azzurri hanno sempre ammirato grandi cannonieri. Quest’anno nessuno ha indossato la numero nove.

di Antonio Giordano CdS

Quest’anno nessuno ha indossato la numero nove

Quest’anno nel Napoli nessun calciatore ha indossato la maglia numero 9, quella che era stata di Higuain. Milik, quando è arrivato, ha scelto la 99; Gabbiadini, che era in organico, aveva la sua 23; Mertens è rimasto fedele alla 14 e Pavoletti, arrivato a gennaio, ha preferito la 32. Chissà se il belga o l’olandese cambieranno decisione, adesso?.

Il fascino del bomber

Senza scomodare gli antenati, rifugiandosi tra i contemporanei (o giù di lì) ce n’è stata di Bellezza in quell’area di rigore: è l’avvincente, esaltante, accattivante fascino del bomber, che a modo suo è un conquistatore e che a Napoli, in tempi assai recenti, ha avuto la capacità di stordire folle oceaniche, perse per una rovesciata, una veronica o una diavoleria qualsiasi e per quegli uomini che non devono chiedere (quasi) mai.

In azzurro il gol è certezza

E’ stato l’anno di Dries Mertens, l’ultimo, il viceré dei bomber che s’è dovuto piegare a Sua Maestà Dzeko, pur avendo numeri da fantascienza (ventotto gol) in un campionato che per il belga è cominciato praticamente alla decima, quando il ruolo ch’era di Milik gli è stato consegnato per avviare il rodaggio. Ma prim’ancora, ed è appena un anno fa, è stata rifatta la Storia da Gonzalo Higuain, l’uomo che ha ribaltato l’ordine statistico dei bomber, l’attuale principe del calcio italiano, con le sue trentasei reti ha costretto gli statistici a spostare un pochino più in là Gunnar Nordahl, indiscutibile primatista per sessantasei anni.

Da Careca a Higuain passando per Cavani

Ma Napoli è stata abituata benissimo, in questa fase del Terzo Millennio, e dopo il buio d’inizio Secolo ed il dolore per il fallimento, s’è aggrappato ad Edinson Cavani, che ha cambiato la vita e l’orizzonte d’una squadra divenuta con lui protagonista in Italia e persino in Champions: il triennio del matador è abbagliante, contiene centoquattro gol ed il titolo di capocannoniere (nel 2013) ch’era appartenuto a Maradona in quell’altra era geogologica, quando la maglia numero nove – il must di questa «professione» – veniva consegnata di diritto ad Antonio Careca o a Bruno Giordano, i centravanti dei due scudetti, l’uno brasiliano di passaporto e l’altro di talento («il più sudamericano degli italiani»: Maradona dixit). Perché alla prova del nove, Napoli ha avuto sempre qualcosa da dire..

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