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Ancelotti: “Napoli stupenda, Insigne deve crescere. Cori razzisti solo in Italia”

Carlo Ancelotti al Festival dello sport, ha parlato del suo Napoli e di Insigne. Con Ancelotti anche Arrigo Sacchi e Pep Guardiola.

Ancelotti al Festival dello sport

Carlo Ancelotti al Festival dello sport insieme ad Arrigo Sacchi e Pep Guardiola.  “La bellezza del calcio raccontata dai grandi maestri” Standig ovation del pubblico per i tre allenatori che insieme contano  sette edizioni di Coppa Campioni/Champions League vinte da allenatori.

Il calcio è molto imprevedibile, adesso si parla molto di statistiche, si cerca di spiegare questo sport con statistiche, ma non contano i tiri in porta o i tiri subiti, ma contano solo i gol fatti e i gol subiti.

Il calcio si è evoluto rispetto agli anni ’80, esso è in continua evoluzione, vediamo un calcio ben organizzato e propositivo in entrambe le fasi.

Rispetto al passato a volte anche le piccole squadre provano a fare gioco ed ad ottenere la propria identità. Il mestiere che facciamo è un mestiere dove bisogna avere tante conoscenze, da questo punto di vista ho avuto maestri importanti come ad esempio Liedholm che nella gestione delle risorse umane era bravissimo nel non mettere pressione, ma poi Arrigo è stato determinante perché mi ha allenato ma poi ho fatto il suo assistente e capisci tante cose. Sono stati formativi”.

Noi outsider in Champions?

“Le italiane finora hanno fatto bene, non sono interessatissimo alle altre. Abbiamo un girone durissimo, è stato ben indirizzato con la vittoria sul Liverpool. I due scontri col PSG sono indicativi, le valutazioni sulle italiane in Champions saranno diverse da quelle che si faranno in aprile.

Il Real Madrid l’anno scorso ha rivinto, ma ad inizio stagione non era al top. Mi sembra una Champions equilibrata, il Real ha perso un giocatore importante. Mbappè? Bel giocatore, molto veloce: riesce ad unire velocità ed efficacia, è molto diretto e pericoloso. Sarà una stella nei prossimi anni”.

 Insigne

“Margini di miglioramento? Insigne ha grande talento, come tutti i giocatori è nella fase di maggiore responsabilità: deve sentirsi importante, deve mettere tutte le qualità al servizio dei compagni. Può e sono sicuro che lo farà”

Rubare qualcosa a Guardiola? 

“Certamente non i capelli (ride, ndr). Se guardo il suo percorso, sono stato dopo di lui al Bayern: forse gli ruberei la rapidità con cui trasmette le sue idee alla squadra, in questo credo sia un fenomeno. Così come ha trasmesso le sue idee agli altri, è l’aspetto più complicato: ogni allenatore ha una sua idea, la bravura sta nel trasmettere queste idee ad un’altra persona che poi la mette sul campo. E’ un passaggio importante, il proporsi ed essere credibile agli occhi degli altri. Considerando il suo percorso Barcellona-Bayern Monaco-Manchester City, è stato molto bravo”. 

Un parere sul calcio italiano

Calcio italiano? Siamo rispettati all’estero, anche se mancano un po’ di talenti, ma stanno saltando fuori alcuni bravi. La differenza è a livello ambientale, 9 anni all’estero tra Inghilterra, Francia, Spagna, Germania, stadi nuovi e pieni, ma soprattutto rivalità sportiva, noi siamo rimasti indietro ancora con gli insulti. Non è rivalità, ma maleducazione e ignoranza. Bisogna fare qualcosa. Io a Londra non ho mai preso un solo insulto nonostante le tante rivalità, così come credo Pep a Manchester da tifosi United”. 

Un rimpianto

“Avrei voluto giocare nel Milan che ho allenato al posto di Pirlo con Gattuso ed Ambrosini ai lati, loro due correvano tantissimo e lo avrebbero fatto al mio posto, nel Milan di Sacchi invece il centrocampista centrale doveva correre tanto”.

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