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A Spalletti il Premio Fortunato: “Vogliamo assomigliare a Maradona! Kvara come Salah. Sull’Eintracht…

Al Premio Fortunato Luciano Spalletti dichiara che il Napoli vuole assomigliare a Maradona, mentre Kvara gli ricorda Salah

Luciano Spalletti ha ricevuto al Salone d’Onore del CONI il Premio Andrea Fortunato – Lo Sport è vita. Il riconoscimento è intitolato all’omonimo ex calciatore della Juventus e del Genoa stroncato dalla leucemia a soli 24 anni. Alla cerimonia anche il presidente del CONI Giovanni Malagò, il presidente della FIGC Gabriele Gravina ed il presidente della Lega B Mauro Balata. Assegnati riconoscimenti, tra gli altri, al Ministro dello Sport, Andrea Adodi, al tecnico del Napoli ed al presidente della Salernitana, Danilo Iervolino. Queste le parole raccolte da TuttoMercatoWeb nella conferenza stampa dell’allenatore azzurro.

Un ricordo di Andrea Fortunato:Dobbiamo essere responsabili e divulgare a queste generazioni attuali e futuri l’importanza del passaporto ematico. Non è più tollerabile che persone perdano la vita facendo questo sport“.

Come si fa a gestire questa pressione emotiva? “Non so se so effettivamente gestirla, è un amore importante quello che si riceve, un abbraccio importante. Noi abbiamo l’imposizione di restituire tutto l’amore per questo sport che riceviamo. Ci vuole calma, molta calma, perché ancora abbiamo del lavoro da fare e un numero di partite che non ci consentono di avere distrazioni. Mi fa piacere che la squadra sia così attenta e vogliosa di giocare le partite una per volta, come sta facendo“.

Luciano Spalletti ricorda Andrea Fortunato

Lei alza sempre l’asticella. Lo fa anche in chiave europea? “La questione è che se non diamo il massimo non riusciamo ad essere squadra forte, non andiamo a riconoscere la totale qualità che ha la nostra squadra. Se noi entriamo dentro un po’ presuntuosi e convinti che qualcosa ci verrà dato d’ufficio, quell’errore verrà pagato caro. Abbiamo bisogno di essere immersi nella sfida, di riconoscerla in maniera vera e netta attraverso le sue difficoltà. Si va in campo disposti a distruggerci per un risultato. L’emblema è un po’ il secondo gol, dove ha messo la testa Kim su una palla che stava uscendo e con un giocatore della Cremonese che stava calciando: lui è andato lì a metterci la faccia, la testa”.

Ora ci sarà anche la Champions: “L’Eintracht è forte quanto noi, l’abbiamo già guardato e studiato, sarà una sfida difficilissima. Perché poi, come si diceva prima, da qui in avanti proprio perché si vanno ad accumulare situazioni che non ti fanno stare tranquilli sarà più difficile essere così leggeri e creativi, così bravi a creare uno spettacolo che possa essere condiviso da tutti, proprio per la pressione che aumenta in base alle partite giocate”.

Spalletti ritiene che Kvara assomiglia a Salah

E’ la squadra più forte che lei abbia mai allenato e il periodo più esaltante per la sua carriera da allenatore? “Io ho avuto una carriera esaltantissima fin da quando sono partito con i ragazzi, per me è sempre un’emozione fare l’allenatore e andare nello spogliatoio, sentire l’odore dell’erba e far parte di quei momenti lì… Io sono uno fortunatissimo, ho allenato grandissimi calciatori e grandissime squadre e ho sempre dato tutto me stesso. Non ho rimorsi: può succedere tutto, ma vivrò bene perché ho dedicato una vita a questo sport e continuerò a farlo. Quando si fa così diventa più facile accettare gli eventi futuri”.

Col Maradona che esalta le vostre gesta, quanta emozione c’è in voi? “Noi ce l’abbiamo lì, nello spogliatoio c’è quella statua di Maradona che in molti vanno a toccare. Io pure quando si esce in campo perché lo vogliamo portare nella qualità della nostra squadra: lui è stato uno che ha vinto attraverso il gioco, la qualità, attraverso tutte quelle cose che piacciono ai tifosi. Vogliamo cercare di assomigliargli il più possibile e lo porteremo sempre dietro per gli insegnamenti che ci ha dato”.

Chi le ricorda Kvara? “Lui è veramente uno che ha sensibilità nel dribbling, nell’accarezzare la palla, nel portare quelle finte così difficili da cui difendersi. Momo Salah è uno di quelli che ha questa qualità nello stretto e nella finalizzazione così precisa, che non sentiva le pressioni. Lui si vede che è un ragazzo tranquillo: avrà un grandissimo futuro“.

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