Napoli, palazzo Penne detto anche il palazzo di Belzebù è un luogo magico e misterioso situato nel ventre della città partenopea.
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IL PALAZZO PENNE O DI BELZEBÙ
Palazzo Penne, un palazzo napoletano, risalente al basso medioevo, viene chiamato il Palazzo di Belzebù per un’antica leggenda.
Il palazzo venne costruito a Napoli nel 1409, come dimora di Antonio de Penna, consigliere al servizio di re Ladislao.
Sullo stemma, una iscrizione data la costruzione del palazzo nel ventesimo anno dopo l’investitura di re Ladislao, avvenuta nel 1389. La facciata è coronata da un cornicione sostenuto da alcuni archetti.
All’interno, un giardino con portico a cinque arcate, un tempo decorato da statue di epoca romana, nel quale si affacciavano delle scuderie. Probabilmente, il palazzo venne costruito da Antonio Baboccio da Piperno che per la stessa famiglia aveva costruito il sepolcro di Antonio de Pena nella basilica di Santa Chiara.
Palazzo Penne, dopo una nutrita serie di passaggi di proprietà, fu comprato dall’abate vulcanologo Teodoro Monticelli che, da inizio Ottocento, fino alla sua morte (1845).
Lo studioso lo utilizzò come sua dimora, portandovi la sua biblioteca e la sua collezione di pietre preziose, e come sede di interessanti incontri culturali ai quali partecipavano molti studiosi e letterati.
Seguì un periodo di degrado e dal 2013 è in atto un’operazione di restauro che procede lentamente.
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LA LEGGENDA DI PALAZZO BELZEBÙ
Secondo la leggenda, intorno al 1300 Giovanni Penne, ricco funzionario di Castel Nuovo, appena arrivato a Napoli dalla Francia, si innamorò di una affascinante e nobile napoletana.
La nobildonna per sposarlo, chiese che Giovanni facesse costruire per lei un palazzo in una sola notte.
Per poter esaudire il desiderio della sua amata, non c’era altro modo che rivolgersi al Diavolo, che chiese un contratto sottoscritto col sangue, in cui veniva stabilito che sarebbero stati sparsi i chicchi di grano precedentemente contati nel palazzo, in modo che Belzebu’ avrebbe potuto raccoglierli come pagamento.
Palazzo Penne, nella notte venne eretto e Belzubu’ arrivò per raccogliere il grano. Ma mancavano cinque grani, che il furbo Giovanni aveva impastato con la pece ed erano rimasti incastrati negli artigli del diavolo.
Quando Belzebu’ protesto’, Giovanni Penne si fece il segno della croce e il diavolo precipito’ in una voragine apertasi nel pavimento.
Di:Gabriella Cundari. Fonte: A. Matassa, le leggende e i racconti popolari di Napoli, C.La Rosa, Napoligrafia, e Wikipedia.