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Mancini affonda Gravina: “Ha sbagliato tutto. Ecco perché mi sono dimesso”

l'ex commissario tecnico parla a Repubblica

Roberto Mancini parla delle sue dimissioni da Commissario Tecnico della Nazionale italiana di Calcio, causati dai problemi con Gabriele Gravina.

Mancini oramai è l’ex commissario tecnico dell’Italia, le sue dimissioni sono state un fulmine a ciel sereno. Ora Gravina prova il pressing con De Laurentiis per liberare Luciano Spalletti, allenatore ancora sotto contratto con il Napoli.

Mancini: “La verità, perché mi sono dimesso”

Mancini risponde a Repubblica e racconta la sua versione sulle dimissioni, tirando in ballo anche Gabriele Gravina.

«Non ho fatto niente per essere massacrato così. Mi sono solo dimesso e ho detto che è stata una
mia scelta». Roberto Mancini risponde al telefono dalle vacanze, ancora furioso dopo la lettura dei
giornali. Prova a fornire la sua verità sul divorzio improvviso dalla Nazionale consumato a meno di
un mese dalle prossime sfide decisive per andare all’Europeo»

Mancini, la sua decisione ha sorpreso l’Italia.

«Mi sono solo dimesso e mi sono assunto tutta la responsabilità della decisione. Non mi sono nascosto. Avevo parlato con il presidente Gravina e cercato di spiegargli le mie ragioni. Non mi sono mai permesso di accusare nessuno e mi ritrovo accusato».

Cos’ha portato alla rottura con la Federcalcio? Il 4 agosto era stato annunciato il suo ruolo di coordinatore.

«Ho cercato più volte di parlare con Gravina ed esporgli le mie ragioni. Gli ho spiegato che in questi mesi mi doveva dare tranquillità, lui non l’ha fatto e io mi sono dimesso».

La tempistica, ammetterà, lascia sorpresi.

«Dovevo farlo prima? Può darsi. Ma io ho lasciato la Nazionale a 25 giorni dalla prossima partita, non tre. E penso di essere sempre stato corretto in questi anni».

Ma il motivo per cui se ne è andato? Davvero c’entra il nuovo staff?

«Di tutto, certo. Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un ct? Gravina è da un anno che  voleva rivoluzionarlo, io gli ho fatto capire che non poteva, che al massimo poteva inserire un paio di figure in più, ma che non poteva privarmi di due persone di un gruppo di lavoro che funzionava, che funziona e che ha vinto l’Europeo. Semmai sono io che potevo sostituire un membro dello staff. Sapete la verità?»

Quale?

«È da un po’ di tempo che lui pensava cose opposte alle mie. Ma allora perché intervenire sullo staff? Cosa c’entra? A quel punto doveva mandare via me. Invece ha colto l’occasione perché alcuni miei collaboratori erano in scadenza e ha giocato su questo. Io potevo essere più duro, certo, ma pensavo lo capisse da solo».

È vero che voleva eliminare dal suo contratto la clausola di esonero in caso di mancata qualificazione a Euro 2024?

«Quello poteva essere un segnale. Lo avevo chiesto per lavorare tranquillo in questi mesi, tutto qui, è chiaro che  sarei andato via se le cose non fossero andate bene e non fossimo riusciti a qualificarci».

Non ha pensato invece di dimettersi dopo il Mondiale mancato, un anno fa?

«Io me ne sarei anche andato, ma mi hanno chiesto di rimanere. Sono stati cinque anni incredibili, l’Europeo sarà il mio ricordo più bello».

Andrà in Arabia Saudita?

«Quello che sto dicendo è indipendente da quello che potrà succedere in futuro e da dove andrò. Ora non voglio pensare a niente»,