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ANNIVERSARIO- 14 anni dalla morte di Sergio Ercolano. Lo stato ferisce ancora la famiglia: Ecco i fatti…

La famiglia aspetta ancora risposte ma per lo stato non ci sono colpevoli, 14 anni dalla morte di Sergio Ercolano e tutto tace.

Domani cadrà l’anniversario di quella morte assurda, ogni tanto il nome di Sergio Ercolano lo possiamo leggere su qualche striscione allo stadio, ma di notizie non ne troviamo.

14 anni dalla morte di Sergio Ercolano

Scrive il corriere delo sport: Quattordici lunghi anni aspettando verità e giustizia che sono ormai fuggite, come scappava Sergio Ercolano dalle cariche violente verso i tifosi azzurri. Una fuga terminata su una tettoia di plexiglass spezzatasi sotto il peso di un ragazzo di vent’anni, precipitato in un vuoto senza scampo.

Quel maledetto derby Avellino-Napoli

Era un derby di Serie B, era Avellino-Napoli, da allora partita legata a filo doppio con il dolore di una famiglia che si è dovuta rifugiare nella fede per difendersi dal muro di gomma che lo Stato le ha posto davanti, secondo il quale né società né Comune né Ministero degli Interni avevano alcuna responsabilità per il «comportamento abnorme dell’Ercolano» – una frase, quella della sentenza della Corte d’Appello del 20 dicembre 2013, che non smette di ferire – «che – o per entrare nello stadio eludendo i controlli o per trovare una via di fuga per sottrarsi alla guerriglia tra tifosi – scelse autonomamente e consapevolmente di percorrere una strada che, per tutte le caratteristiche innanzi illustrate, era prevedibilmente molto insicura e visibilmente insidiosa».

La famiglia aspetta ancora risposte

Scaricata ogni responsabilità, nessun risarcimento: la colpa era solo di Sergio, un ragazzo “colpevole” di cercare di salvarsi la vita, perdendola, in una sera in cui i feriti si contarono a decine e sulla quale ancora aleggiano dubbi sui tempi dei soccorsi prestati al giovane, che giaceva gravissimo in un fossato a cui si accedeva solo attraverso un cancello chiuso e aperto dopo lunghi minuti, di sicuro troppi per tentare di salvargli la vita. 

Non ci sono colpevoli

«Il caso è stato archiviato come fosse una pratica. Ma lui era un ragazzo con in tasca i soldi e il biglietto, che non sono stati trovati, e stava fuggendo perché voleva tirarsi fuori dai disordini. Non ho mai chiesto vendetta, solo giustizia. Ho trovato conforto nella fede, forza negli altri miei due figli, ma è brutto riconoscere che per gente come noi non c’è giustizia. Ed è brutto riconoscere che i morti non sono tutti uguali», le parole della madre di Sergio alla stampa.

Ecco la cronaca di quella giornata

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