Editoriali calcio Napoli

Parma, noi napoletani non accettiamo insegnamenti di etica sportiva da chi, di lealtà, ne conosce ben poca

Calciatori, staff tecnico ed addetti ai lavori emiliani sembrano avere la memoria un po’ corta…noi cercheremo di rinfrescargliela…

Napoli è una città di mare, e per questo i suoi abitanti conducono una dieta a base di pesce, alimento ricco di fosforo, sostanza che gli esperti in medicina esaltano per la grande capacità di mantenere viva ed allenata la memoria.

Al contrario, Parma è un capoluogo di provincia immerso nel cuore dell’Emilia dove, molto spesso, è possibile ammirare lo “splendore” della nebbia, che, in alcune circostanze, può mandare in stato confusionale la mente di alcuni personaggi legati al mondo della squadra calcistica locale.

Infatti, negli ultimi giorni, calciatori, staff tecnico e dirigenti gialloblu hanno cercato di spiegare al popolo di fede azzurra che la lealtà sportiva è alla base di ogni disciplina. Probabilmente, però, hanno cancellato dalle proprie testoline alcuni accadimenti che, in passato, hanno inondato di materiale letamico la ridente e civile cittadina nordica.

Cerchiamo di rinfrescare loro la memoria.

Correva la stagione 2000/2001, quando allo stadio “Tardini” era in scena Parma-Verona, match valevole per la penultima giornata del massimo campionato. I ducali occupano la quarta posizione, e l’accesso ai preliminari di Champions è cosa certa. I veneti, invece, lottano per non retrocedere insieme a Napoli, Lecce, Reggina e Vicenza. Il Verona non ha mai conquistato i 3 punti lontano dal “Bentegodi”, ma a sbloccare la partita fu un rigore messo a segno da Oddo dopo che Benarrivo falciò nella propria area di rigore un avanti scaligero. Risultato finale: Parma 1-2 Verona, col Napoli che retrocede mestamente in cadetteria. Particolare da non trascurare però: al timone dell’Hellas vi era Pastorello, ex d.s. degli emiliani, il cui figlio Federico era il procuratore del terzino brindisino che causò il penalty.

Serie A 2007/2008, al “Tardini” il 20 aprile Parma e Napoli scendono i campo per il 34° turno. Gli azzurri navigano a metà classifica, i padroni di casa lottano per la salvezza. Budan porta in vantaggio i suoi su rigore, ma Domizzi a fine primo tempo acciuffa il pari. A metà ripresa Bogliacino sigla l’1-2 che sembra una condanna alla retrocessione per il team ducale. Ha inizio una vera e propria caccia all’uomo che culmina con un pestone di Gasbarroni a Lavezzi, reo di aver superato in velocità 3 avversari. Il Parma non riesce a spiegarsi perché una squadra che ha ottenuto una tranquilla salvezza ed è proiettata alla zona Europa League sia venuta a combattere una battaglia sportiva nella propria tana. Quando l’etica è tutto…

Vogliamo parlare poi delle 2 Coppa UEFA, della Coppa delle Coppe, della Supercoppa UEFA, delle 3 Coppa Italia e della Supercoppa Italiana vinte nell’era Tanzi con i soldi degli azionisti e dei risparmiatori della Parmalat?

“Caro”Donadoni, come diceva Totò: “Cca nisciuno è fess!”

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