Serie A

AIA Trentalange si dimette, scatta il solito gioco delle tre carte

Trentalange si dimette travolto dallo scandalo D’Onofrio. Il successore: c’è il nome di Rizzoli. E di Orsato…

Alfredo Tentalange si è dimesso ieri da presidente dell’Aia. Nel lasso di tempo che servirà per arrivare alle elezioni (entro 90 giorni) del futuro n°1, e considerando che il commissariamento pare ipotesi ”sventata”, toccherà al vicepresidente reggente Aia Duccio Baglioni rimettere insieme i cocci.
Perché i cocci – già frammentati dopo l’atto di chiusura delle indagini conseguente all’arresto dell’ex procuratore D’Onofrio avvenuto a novembre – si sono sgretolati ieri quando sono arrivate appunto le dimissioni di Alfredo Trentalange, presidente dell’AIA dal 14 febbraio 2021 e ora volontariamente fuori dopo aver depositato la propria memoria difensiva dal Procuratore Chiné e aver avuto un dialogo col presidente Figc Gravina.

Altro sisma sugli arbitri, insomma. Motivi «Sono stupito e amareggiato: non mi dimetto» aveva detto l’ormai ex numero uno dell’Aia il9dicembre convintodi poter dimostrare la propria estraneità ai fatti ben noti, quelli che hanno portato all’arresto di Rosario D’Onofrio (ex procuratore capo dell’Aia) avvenuto il 10 novembre nell’inchiesta della Dda di Milano per traffico internazionale di stupefacenti. Le fasi che ne sono seguite sono partite dall’apertura delle indagini la cui chiusura, poi, ha finito per far considerare proprio Trentalange in posizione molto difficile, critica. Il procuratore federale Chiné gli aveva imputato, tra i comportamenti “disciplinarmente rilevanti”, la violazione dell’art. 4.1del codicedi giustizia sportiva; oltre al fatto di aver omesso iniziative volte ad accertare i reali requisiti professionali e di moralità di D’Onofrio.

 

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l’AIA FA IL GIOCO DELLE TRE CARTE

Chi pensava che in seguito alle dimissioni di Trentalange potesse finalmente cambiare qualcosa, resterà deluso. La questione verrà risolta all’italiana: “Tutto cambia niente cambia“, infatti per la successione alla testa degli arbitri italiani ci sarebbe una corrente che porta alle due R, ovvero Rizzoli, ex designatore, oppure Rosetti, attuale boss degli arbitri Uefa (ha rinnovato da poco, nel caso c’è l’olandese Kuipers, pallino di Ceferin). Molti, però, all’interno dell’AIA, vedono in Orsato un possibile nuovo presidente: chiusa l’esperienza Mondiale, sarebbe pronto a lasciare il campo. E lo vorrebbero subito al vertice. Della serie “non è cambiato nulla”.

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