Editoriali calcio Napoli

Il calcio italiano? E’ un teatrino imbarazzante

La Serie A è un film dove si conosce già il finale. Nel mezzo, tanti avvenimenti che sono imbarazzanti persino a commentarli

Credo sia giunto il momento di staccare, anche solo momentaneamente, la spina. Disintossicarci di questo misero spettacolo. Preferire una passeggiata con la famiglia, anzichè sedersi su un divano ad ammirare un teatrino, fatto pure male sotto certi aspetti. Ecco cosa bisognerebbe fare. Divorziarci, seppur momentaneamente, con quella che da anni è la nostra passione, il nostro rituale. Essere forti e resistere. Come quello che dopo anni di Marlboro, decide di smettere e pensare a pulire un pò i polmoni. Il calcio è una passione, dove tutti hanno il diritto di sognare. Questa passione, purtroppo, è storpiata e pesantemente derisa. Più che le ladrate, mi fa rabbia vedere il popolo del pallone credere ancora nella buona fede, o che tutto sia bello pulito (la verità è che ormai nessuno ci crede, però il calcio è un vizio che nessuno vuole rinunciare)

Il calcio è un sistema, parlo in generale, senza entrare troppo nel merito della Serie A. Soldi e interessi da tutelare, e laddove esistono queste due priorità, lo spazio lasciato alla trasparenza è davvero poco. La federazione arbitri che ‘tira avanti’ con gli sponsor di aziende curate dalle stesse società chiamate a gareggiare. Ma non solo… Questo però potrebbe essere sufficiente, quantomeno, per far perdere credibilità, o magari pensare che qualche interesse da tutelare, arbitri e la stessa federazione, ce l’abbiano.

E voi credete davvero che alla luce di tutto questo, il calcio sia pulito, limpido e trasparente? Poveri voi e poveri noi… In questo marciume ci vanno tutti i tifosi di mezzo, juventini compresi. L’illusione ormai, affligge anche loro, proprio mentre vogliono sembrare di stare una spanna sopra gli altri. In Italia (ma un pò ovunque), soldi-potere-successo, è il mix necessario per chi vuole toccare la vetta. Con qualsiasi mezzo, costi quel che costi. In tutti i campi. Perchè non dovrebbero toccare pure il calcio?

Calciopoli è esistita. Anni prima che venisse fuori, denunciavamo le stesse cose. Pure allora venivamo etichettati come complottisti, malpensanti, piagnoni e cavolate varie. Dopo qualche anno, tutti quei piagnoni avevano avuto ragione. Il resto è storia, e la conosciamo. Una pagina (bianco) nera per il calcio italiano. Ricordo come se fosse ieri, eppure sono passati quasi undici anni. Oggi calciopoli ha ancora motivo di esistere. La chiameranno diversamente, ma quel sistema che gestisce tutto e il contrario di tutto, c’è ancora. All’epoca bisognava buttare qualcuno giù dalla torre. E certe teste saltarono, non possiamo negarlo. Oggi al vertice comanderà una nuova famiglia (facile far sembrare la cosa come un’organizzazione criminale, ma comunque la sostanza è quella), un domani cadrà a vantaggio di un’altra. E magari avranno ragione nuovamente i piagnoni, i lamentosi, i complottisti di oggi. Il marcio c’è. Oggi è impossibile negarlo.

La Serie A deve andare così. In questa direzione. Intorno tanti attori che sbraitano, si lamentano, ma che alla fine si dividono, anche se in parti non uguali, il pezzetto di torta rimasta. Il calcio italiano rispecchia il paese. Un pò come la politica: tutti nemici fin quanto non si va al ristorante. La Serie A è uno squallido spettacolino. Un copione che tutti devono saper recitare. Di mezzo ci sono tanti soldi. Faccio fatica a pensarla diversamente. Sono troppe le circostanze che danno ragione al club dei lagnosi. L’errore, che sia piccolo o grande, è anche ammesso, fa parte della natura umana. Ma la frequenza e la direzione lasciano senza parole. Un tempo, da appassionato, volevo non vedere e non applicarmi su queste cose, quasi per sentirmi meno provinciale. Oggi è quasi impossibile, quel quasi rappresenta una speranza. La speranza che l’andazzo possa cambiare o che la pensiamo in maniere sbagliata. Il calcio è della gente, ma certe organizzazioni se ne fregano, gli interessi sono davvero troppi. La Serie A è questa, prendere o lasciare. Purtroppo in tanti, preferiscono ancora NON lasciare.

 

 

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