“Negro di merda” questo ha urlato lo stolto tifoso dell’Atalanta a Koulibaly dalle tribune del Gewiss Stadium. Le parole bisogna utilizzarle, bisogna esplicitarle e non per forza censurarle. Perché le parole possono ferire più di una spada. È il caso degli insulti razzisti, che vanno a colpire l’animo di una persona, com’è avvenuto nel caso di Koulibaly a Bergamo. Ma non è la prima volta che il difensore del Napoli viene insultato, emblematici gli insulti nella sfida contro l’Inter del 2018, dove fu addirittura espulso. Ma in questa stagione Koulibaly, ma anche Osimhen e Anguissa sono stati insultati, ad esempio anche a Firenze e Verona.
Ma a Verona e Bergamo, sempre come esempio, ci sono stati insulti di discriminazione territoriale anche contro i napoletani. Vergognoso il messaggio di benvenuto dei bergamaschi ai napoletani. Da applausi la risposta del sindaco Gori agli insulti razzisti.
Razzismo: una piaga da sconfiggere
Ma per tornare a Koulibaly, una riflessione seria sul problema va fatta. Cosa ha fatto di male Koulibaly per meritarsi quell’insulto? La risposta è semplice: nulla. Koulibaly ha semplicemente una pigmentazione della pelle più scura rispetto ad altri. Ma si potrebbe dire che chi scrive ha una pigmentazione più chiara rispetto a Koulibaly, eppure non viene insultato per questo motivo. Perché un uomo dalla pelle nera deve essere appellato come una merda?
Ecco sono domande che vorrei rivolgere a chi dalle tribune del Gewiss Stadium, del Franchi di Firenze e del Bentegodi di Verona ha insultato Koulibaly, Anguissa, Osimhen o qualsiasi altra persona dalla pelle più scusa. Vorrei chiedergli, per favore spiegatemi cosa vi passa per la testa. Palesatevi, abbiate il coraggio di metterci la faccia. Abbiate la forza di dire queste scempiaggini davanti a tutti, in modo che tutti possano giudicarvi. Perché se lo fate gridando come delle bestie dagli spalti di uno stadio, sicuri del vostro anonimato, allora dimostrate di non avere nemmeno gli attributi di prendervi la responsabilità delle vostre azioni. Quindi palesatevi se avete il coraggio, scrivete a questa redazione, mandateci un messaggio. Vi sfidiamo a dire la vostra e di esporvi pubblicamente, perché nel 2022 gli insulti razzi sono un segno evidente di arretratezza culturale. Che va combattuta ad ogni costo.