Paolo Cannavaro, ex capitano del Napoli, si è soffermato su diversi argomenti, tra cui il suo ritorno e il futuro della squadra.
In una recente intervista rilasciata a Il Mattino, Paolo Cannavaro, ex capitano del Napoli, ha discusso vari argomenti, tra cui il suo ritorno nella sua città natale, Napoli, e il futuro della squadra.
Cannavaro è partito ricordando il ritiro estivo a Dimaro nel 2011, un periodo in cui migliaia di tifosi affollavano la Val di Sole per sostenere la squadra. Cannavaro ha sottolineato l’affetto dei tifosi e l’importanza di quel ritiro nel cementare un gruppo unito, che sarebbe stato fondamentale per i successi futuri.
“Quello di un’estate in cui arrivarono migliaia di tifosi in Val di Sole. Dopo cena, di solito, si fa una passeggiata in paese per prendere un gelato o scambiare quattro chiacchiere. Impossibile invece quell’anno uscire dall’albergo perché arrivarono migliaia di tifosi da tutta Italia. Ci inondavano di affetto dalla mattina alla sera e così restavamo fino a tardi nella sala da pranzo dell’hotel a scherzare tra di noi. Si cementò ancora di più un gruppo meraviglioso, base fondamentale per i successi”.
Riguardo alla vittoria dello scudetto da parte del Napoli nella stagione appena conclusa, Cannavaro ha espresso la sua gioia e ha ammesso che, da bambino, non aveva grandi ricordi della vittoria dello scudetto sotto la guida di Maradona. Ha anche menzionato l’emozione provata nel vedere la nuova maglia azzurra, simbolo della conquista del titolo.
“E’ stato un brivido. Perché quando fu il Napoli di Maradona a vincerli io ero molto piccolo, quindi non avevo grandi ricordi. Invece questa stagione me le sono goduta, come questa nuova maglia”.
Cannavaro, il futuro del Napoli dopo la partenza di Luciano Spalletti
Parlando del futuro del Napoli dopo la partenza di Spalletti, secondo Cannavaro il club resterà solido grazie alla solida base costruita negli anni dalla società di De Laurentiis. Ha sottolineato che, nonostante le difficoltà affrontate dal club nel passato recente, la sua rapida rinascita è stata un grande successo. Fiducia anche in Rudi Garcia, importante avere un allenatore di livello internazionale come successore di Spalletti, capace di gestire un gruppo di giocatori provenienti da diverse nazionalità e culture.
“Il Napoli resta forte, c’è una grande base costruita dalla società di De Laurentiis nel tempo. Si dice che il club ha cento anni di storia, in realtà è giovane perché è nato nel 2004 dopo il fallimento. E in un breve lasso di tempo sono stati ottenuti ottimi risultati perché non è facile morire e rinascere. Spalletti ha fatto un lavoro che resterà nella storia, al suo posto è arrivato un altro tecnico di livello internazionale, che sa come gestire uno spogliatoio in cui vi sono differenti anime, lingue e culture, aspetto fondamentale nel lavoro di uno staff. Passando da Spalletti a Garcia, il modulo resta lo stesso, il 4-3-3, anche se è chiaro che qualcosa con il nuovo allenatore cambierà”.
Cannavaro ha poi concluso: “Ho lasciato l’Emilia e sono tornato a Napoli. Ho vissuto tanto in quella terra ai tempi del Parma e del Sassuolo. Poi ho trovato la casa ideale nella mia città e sono tornato dove ho le radici. Sono tifoso di Napoli e del Napoli. Non mi stancherò mai di ripeterlo: non nasconderei mai la mia fede calcistica, a prescindere da dove lavoro. Un conto è la professione, un’altra quel sentimento che ti accompagna per sempre nella vita”.