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Calvarese parole inquietanti sul rigore per la Juve: “Mai avrei mostrato quella immagine”

Gianpaolo Calvarese ex arbitro ha parlato del rigore non concesso alla Juventus durante la sfida di Europa League con il Nantes, scoppia la polemica.

Le dichiarazioni di Gianpaolo Calvarese in merito all’utilizzo del Var durante la partita tra Juventus e Nantes hanno suscitato preoccupazione e polemiche. In particolare, Calvarese, l’arbitro che ha ammesso l’errore concedendo un rigore inesistente alla Juve contro l’Inter, ha detto: “Da una prima telecamera, secondo me, è rigore netto. Il problema è che la seconda telecamera mostra la cosa in maniera diametralmente opposta. Io appena l’ho vista ho detto “accidenti, aia”. Io quella telecamera non l’avrei mai mostrata, perché magari le altre sette fanno vedere il rigore, non lo so, ma una fa vedere diametralmente la cosa in maniera opposta, dando la sensazione del fallo“.

Qualsiasi contatto esso sia, al Var noi abbiamo una manovella e potevamo decidere la velocità. Io, alcune volte, dicevo il 60, il 40, l’80. Più rallenti il contatto, più sembra fallo. Quello a velocità normale è un body-check, più vai a rallentare e più si enfatizza” dice Calvarese che poi aggiunge: “Dalla ripresa sembra che Bremer si spinga, si dia la forza per saltare e intercettare il pallone. In realtà, Bremer salta di mezzo metro più alto e l’altro non ci sarebbe mai arrivato. Diamoci delle percentuali: per me quello su un calcio d’angolo è un fallo al 25. Un braccio a questa altezza è mano 100. Perché il braccio sopra le spalle è sempre punibile. Quindi, fallo 25? Vogliamo esagerare? Lo slow motion me lo esagera a 40? Bene, quel braccio è sempre 100“.

Tuttavia, è importante sottolineare che l’utilizzo del Var dovrebbe essere finalizzato a garantire una maggiore equità e correttezza nel gioco, non a manipolare le decisioni arbitrali. Inoltre, il fatto che Calvarese abbia espresso tali opinioni non significa necessariamente che l’utilizzo del Var sia sempre inadeguato o inefficace.

Ciò nonostante, le sue parole sollevano importanti questioni sull’importanza di un’adeguata formazione degli arbitri e dei responsabili del Var, nonché sulla necessità di garantire una maggiore trasparenza nell’utilizzo della tecnologia durante le partite. In particolare, è fondamentale che gli arbitri e gli opinionisti che commentano le partite siano consapevoli dell’impatto che le loro parole possono avere sulla percezione pubblica del gioco e sull’integrità del sistema arbitrale.