Antonio Corbo su Repubblica ha analizzato il delicato momento del Napoli all’indomani della disfatta contro il Verona e l’arrivo di Spalletti.
DE LAURENTIIS E LE GRANDI ILLUSIONI
“Un cupo silenzio accompagna il Napoli verso l’estate più difficile. Non è finito il 23 maggio, quando nello choc di un pareggio con il Verona si sono ritrovati amici presidente e allenatore, due che si erano solo odiati per un intero girone. Un minuto dopo il disastro, erano pronti a scambiarsi un congedo cordiale senza spiegare come e perché una squadra che aveva raccolto tre punti in otto gare avesse escluso la più in forma del campionato dalla Champions. Silenzio interrotto solo per l’attimo di quel tweet che dava il benvenuto di De Laurentiis a Spalletti. “Lavoreremo bene insieme”. Nessuno parla di nulla perché tutti avrebbero molto da dire. Una grana dopo l’altra, si sta consumando il 2021 delle grandi illusioni“.
NAPOLI: 5 INTERROGATIVI DA RISOLVERE
Corbo aggiunge: “La realtà della diciottesima estate da presidente riserva più interrogativi che sorprese. De Laurentiis è così esperto ormai da nuotare tra le buriane come una balena negli oceani, il mare piatto non fa per lui, ma due sono troppi, e rischia di logorarsi tra Napoli e Bari. Ambienti depressi e polemici, successi sfiorati e svaniti, mancata Champions qui e rinviato salto lì in B, ovunque perdite economiche. Ma una grana prevale sulle altre.
- Il paradosso Insigne. In Nazionale è il giocatore più in forma e rispettato. Protagonista della vittoria sulla Repubblica Ceca. Indispensabile per Mancini, rispettato dai compagni, esaltato dai giornali. Ma neanche lui sa bene quanto valga nel suo club. Se sia da confermare o da vendere. Se gli spetta un contratto migliore dei 4.5 milioni attuali dopo 19 gol, 7 pali, 11 assist o una decurtazione. Se il contratto in scadenza nel 2022 è da rinnovare o prelude a un addio. Se Spalletti ne farà il punto fermo della squadra come Gattuso o gli riserverà un rispettoso distacco tipo Totti e Icardi. Che pensa di lui il presidente, lo proteggerà come ai tempi dell’ostile Mazzarri o fa davvero i conti per venderlo?
- Tutti gli interrogativi sono fondati. Ma per De Laurentiis il paradosso Insigne ha allarmanti precedenti. Non solo il caso Donnarumma nel Milan. Troppi milioni e giocatori sono stati persi per scarso tempismo. Il Napoli tira sul prezzo per Allan nel novembre 2019 con il Paris Saint German, il mediano illuso e deluso entra in sciopero non dichiarato e il Napoli lo cederà all’Everton di Ancelotti per una cifra irrisoria. Gli stessi malintesi per Milik, che ripara a Marsiglia sottocosto, ma segna 9 gol in poche gare e riprende il posto nella nazionale polacca.
- Un girone di gelo con Gattuso può essere attribuito al puntiglioso allenatore calabrese. Ma si poteva evitare e avrà inciso sulla mancata Champions. Un tempo De Laurentiis aveva una profonda capacità di seduzione da ribaltare in amicizia i rapporti più tesi.
- Lo strappo con Sarri avrà inciso sul suo mancato ritorno, metà del pubblico non aspettava che lui, l’esteta del calcio.
- Non può sfuggire una assenza sul ponte di comando. Cristiano Giuntoli, che ha portato tra gli altri Osimhen, ha un contratto più lungo e robusto dei suoi attuali impegni. Delle tre l’una: ha un piano di mercato che divide solo con Spalletti, fa tutto lui anche il direttore sportivo, è certo di avere le necessarie esperienze ed il fortunato intuito per rifare il Napoli. Questo nell’estate della più grave crisi economica per il calcio europeo”.
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