Napoli fai da te mascherine, cibo e farmaci per i più poveri. In piena emergenza Coronavirus in città aumenta il volontariato.
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Mascherine, cibo e farmaci per i più poveri, a Napoli in tempo di Coronavirus i volontari lavorano senza sosta per i più bisognosi. La città partenopea non ferma l’atavico flusso creativo nemmeno con la quarantena forzata.
Il nostro gonfalone cittadino è decorato di medaglia d’oro al valor militare. Fu conferita il 10 settembre 1944 per la sollevazione popolare contro le truppe germaniche, nota come le Quattro Giornate.
La resistenza è nel DNA dei napoletani così come la creatività e l’altruismo.
Il coronavirus ha fatto danni enormi non solo dal punto di vista sanitario. Molti esercenti hanno dovuto chiudere i battenti, con la paura di non poterli riaprire mai più. Qualcuno è riuscito a convertire l’ansia da riposo forzato in energia per mettersi a disposizione della collettività.
NAPOLI, MASCHERINE, CIBO E FARMACI PER I PIÙ POVERI
La signora Rosaria di piazza Mercato, che usa la pizzeria di suo marito per sfornare pasti da distribuire ai senzatetto. Non solo: la sua esperienza di sarta è diventata fondamentale per realizzare mascherine fai-da-te da offrire a chi non può permettersele e, soprattutto, a chi non riesce più a reperirne sul mercato.
Finora ne ha confezionate una cinquantina in pochi giorni, di stoffa, da riempire con carta da forno per aumentarne il potere filtrante, e le ha donate al consorzio Gesco, che si occupa di gestire la Centrale Operativa Sociale del Comune di Napoli.
Se cinquanta vi sembrano poche, provate a realizzarle voi con una macchina da cucire: anche se siete bravini, ci impiegherete un’intera giornata per fabbricarne al massimo un paio.
AIUTO AI SENZA TETTO
Dalla Centrale Operativa, sono partite diverse campagne grazie all’iniziativa dei suoi operatori. Una di queste si occupa di raccogliere pasti e farmaci da distribuire sia ai senza dimora che alle persone impossibilitate a spostarsi di casa.
Circa duemila tra invalidi senza parenti, anziani che vivono da soli, ma anche clochard che passano la notte per strada e fino a pochi giorni fa potevano sperare in un pasto solo al «Binario della solidarietà.
Da oggi vicino alla stazione di Gianturco, c’è ad esempio una vera e propria tendopoli: ma tanti altri trascorrono la notte all’aperto, fuori al sagrato delle chiese di via Toledo o tra le rare aiuole del centro storico.
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STILISTI REGALANO MASCHERINE
Ci sono anche volti noti che si danno da fare, spiega il Corriere del Mezzogiorno. Matteo e Davide — coppia di stilisti dei Camaldoli uniti nella vita e nel lavoro, sotto il marchio di Never Too Much Basic.
Usavano pezzi di scarto per realizzare capi d’alta moda indossati da artisti del calibro di Laura Pausini o Puff Daddy. Oggi hanno messo in piedi un atelier di mascherine, chiedendo aiuto ad altri sarti e realizzando oltre ottocento pezzi alla settimana.
Una vera e propria produzione industriale non semplice, vista la necessità di reperire tessuto tnt in quantità, da sterilizzare e trattare accuratamente — distribuita in maniera gratuita.
E si potrebbero menzionare ancora:
- tanti psicologi che offrono supporto gratuito a distanza in videochiamata.
- Artisti che regalano i loro spettacoli allestendoli dal salotto di casa.
- Commercianti che donano igienizzanti per le mani realizzati artigianalmente, piccoli e grandi donatori di ogni sorta.
Non sia campanilista pensare con un pizzico di orgoglio ai grandi risultati che l’arte di arrangiarsi sa ottenere, è proprio il caso di dire che, quando vogliono, i napoletani «Non temono l’ingegno che l’occupi».