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Sarri: “Ho sempre tifato Napoli. Juliano il mio idolo, ricordo che nel 1987…”

Sarri a Chelsea tv rivela di aver sempre tifato Napoli. L’ex tecnico azzurro racconta alcuni retroscena della sua carriera.

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Maurizio Sarri
, ex allenatore del Napoli, ha rilasciato una intervista esclusiva al sito ufficiale del Chelsea, Sarri ball, come lo chiamano in Inghilterra, racconta alcuni retroscena della sua vita che lo hanno portato ad amare il calcio e il Napoli.

LO SPORT

“Adoro ogni tipo di sport. Mio padre era un ciclista professionista, quindi per me, quando ero giovane, era normale appassionarsi allo sport. Comunque vivevo in un piccolo paese dove tutti i miei amici giocavano a calcio, quindi sono andato in quella direzione. Ho sviluppato questo amore per il calcio avendo giocato. Stiamo parlando degli anni ’70, era davvero molto difficile vedere le grandi squadre in televisione. Forse potevi vederle una volta al mese in Europa, difficile vedere anche la Serie A allora”.

IL  NAPOLI

“La prima volta che sono andato a vedere una partita di calcio è stata con mio padre. Era Fiorentina-Napoli, perché mio padre sapeva molto bene che ero un tifoso del Napoli, la squadra della città dove sono nato. Credo che avessi cinque o sei anni e mio padre mi ha portato allo stadio di Firenze, vicino a dove vivevamo, per vedere gli azzurri. Se mi viene chiesto chi fosse il mio primo idolo del calcio, all’epoca il simbolo del Napoli era Antonio Juliano. Un centrocampista forte, tra l’altro l’unico napoletano che giocava per il Napoli”.

Sarri: "Ho sempre tifato Napoli. Juliano il mio idolo, ricordo che nel 1987..."

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PARTITE ALLO STADIO

“In Italia non c’è dubbio che esista una cultura del risultato, ma negli ultimi anni sta cambiando qualcosa anche lì, c’è la tendenza a giocare più per intrattenere e divertire il tifoso. Stanno iniziando ad avere più attenzione per il pubblico. Partite allo stadio? Sono andato a vedere il Napoli al San Paolo giocare in Coppa Campioni. Ricordo molto bene Napoli-Real Madrid [nel 1987] con un gol realizzato da Emilio Butragueno. Quando giocavo, andavo allo stadio spesso di mercoledì, quando c’era la Coppa perché ero impegnato con la mia squadra nel fine settimana”.

IL CALCIO

A quei tempi non studiavo molto la tattica. Ho iniziato a vedere il calcio in un altro modo con l’avvento di Arrigo Sacchi al Milan. Poi ho iniziato a soffermarmi anche io su questo aspetto. Ho giocato fino a quando avevo 33 anni. Il momento clou della mia carriera da giocatore? Quando abbiamo giocato un’amichevole contro l’Unione Sovietica nel 1976 o nel 1977. Hanno giocato a Firenze perché erano in un campo di addestramento lì vicino”.

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