Calcio Napoli

Kim-Napoli, dalla Corea bacchettano il post di Kiss Kiss: “I samurai sono giapponesi”

Kim-Napoli il post di benvenuto di radio Kiss Kiss al centro di una piccola polemica social: “I samurai sono giapponesi, Kim è sudcoreano”.

L’arrivo di Kim al Napoli è stata salutato con una bellissima immagine di Radio Kiss Kiss , il nuovo difensore del Napoli è stato  raffigurato in costume  stile samurai  accompagnato da un messaggio: “C’è un nuovo guerriero in città: benvenuto Kim”

L’account Napoli News Korea sui social fa notare che i samurai appartengono alla cultura giapponese, non a quella coreana. Immediata la risposta dell’emittente ufficiale della Ssc Napoli: “”Infatti questo è un tipico costume da guerriero Hwarang. Sud coreano, non giapponese”.

Sui social è comunque montata la polemica:

“I samurai sono giapponesi, Kim è sudcoreano. Vi conviene correggere subito anche perché storicamente non c’è molto feeling tra i due popoli”.

“Al di là della grafica di Radio Kiss Kiss, è veramente assurdo esaltare un calciatore tutto da scoprire, arrivato in un campionato importante (anche se da anni non è più il top europeo) a 25-26 anni. Ha tantissimo da dimostrare, ha il compito di non far rimpiangere Koulibaly ed è davvero arduo e qui lo si dipinge già come un guerriero. Diamogli forza e fiducia, ma non esageriamo per piacere”. 

Potevano semplicemente fargli indossare una camicia con colletto alla coreana…“.

“La bandiera utilizzata sembra essere la bandiera di un samurai giapponese, non della Corea, dove è nato Kim Min-jae”. Questi alcuni messaggi che si possono leggere sui social.

Kim-Napoli, dalla Corea bacchettano Kiss Kiss: "I samurai sono giapponesi"

 

KIM E QUELLE ANALOGIE CON KOULIBALY

Quando Kalidou Koulibaly arrivò a Napoli, i bicchieri che Rafa sistemò sul tavolo per spiegargli i movimenti parevano sostanzialmente vuoti e nei logorroici luoghi comuni s’è sentito di tutto, pure qualche sbuffo ai primi umanissimi errori. È andata come s’è visto, perché in quell’uomo tutto d’un pezzo si nascondeva ciò che in pochi avevano intravisto. Kim atterra in un mondo che gli è appartenuto lateralmente ma il calcio s’è aperto da un bel po’, ha offerto “master” a cielo aperto nella Cina infarcita di europei e dunque di una scuola, s’è formato al Fenerbahce che ha una cultura cosmopolita (argentini, brasiliani, uruguayani, tedeschi), si calerà in una città che sa essere curiosa e cordialmente indulgente, nel caso ce ne fosse bisogno. Nella serie “nessuno nasce imparato”, e neanche Koulibaly ci riuscì, le diagonali e le marcature sono persino ignorate: quelle rappresentano l’A, B, Kim del calcio. Altrimenti c’è Spalletti…