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ESCLUSIVA – Morrone mette in guardia il Napoli: "Empoli gran gruppo, che ricordi con Maradona!"

L’ex portiere azzurro, oltre a parlare della prossima sfida dei partenopei, ci racconta aneddoti esclusivi sul Napoli scudettato

Archiviata la difficile trasferta del “Marassi” contro i padroni di casa della Sampdoria, il Napoli e Napoli sono pronti a vivere un’altra giornata magica. Domenica alle 15, infatti, gli uomini di Sarri affronteranno tra le mura amiche del “San Paolo” l’ostico Empoli, team che sta attraversando un ottimo momento di forma, trascinato dal cuore azzurro Maccarone.

Per parlare del match in programma a Fuorigrotta, abbiamo contattato Marco Morrone, ex portiere che vanta nel proprio palmares il secondo ed ultimo scudetto a tinte azzurre. Classe ’72, il molisano faceva parte del gruppo di estremi difensori a disposizione di Albertino Bigon, vestendo i panni del terzo alle spalle di Giuliani e Di Fusco. Ha disputato più di 250 gare tra i professionisti, indossando casacche prestigiose quali Ischia, Savoia, Foggia e Sant’Anastasia.

Napoli-Empoli: che insidie nasconde questa partita? “Non sarà affatto semplice. I toscani sono tosti, ma il Napoli sta disputando un torneo fantastico. Potrebbe esserci il rischio di sottovalutazione dell’avversario, Sarri però conosce bene i calciatori empolesi, e questo è senza dubbio rappresenta un vantaggio per Higuain&Co.”.

Cosa teme maggiormente della compagine di patron Corsi? “Il collettivo. Giovanni Martusciello, mio ex compagno di squadra ad Ischia ed attuale vice di Giampaolo, mi ha confidato che il loro segreto è il gruppo. Sono amici, e puntano allo stesso obiettivo: il bene dell’Empoli”.

Crede che Sarri attui un leggero turnover? “Non penso, ha grande fiducia nei titolari. A mio avviso, la rosa azzurra non può permettergli di effettuare turnazioni senza perdere qualità nei singoli e nel gioco”.

Se le dico Inter-Napoli, cosa le viene in mente? “La mia prima panchina in Serie A, i tanti napoletani presenti a ‘San Siro’. Fu bellissimo. Alemao, Careca, Carnevale: che momenti! Tutti gradi uomini prima che eccellenti calciatori. Diego poi, era qualcosa di unico!”.

A proposito di Maradona: può raccontarci qualche aneddoto sul fuoriclasse argentino? “Per far capire al mondo lo spessore umano di questa persona, vi racconto un episodio che rimarrà impresso per sempre nella mia memoria e nel mio cuore. Eravamo a cena la sera prima di Lecce-Napoli, incontro che seguii dalla panchina per l’assenza forzata di Raffaele Di Fusco. Al tavolo ero seduto in mezzo a Zola e Mauro. Moggi, improvvisamente, entrò con i biglietti messi a disposizione dai salentini. Ad ogni calciatore spettava un tagliando, e nel distribuirli il direttore lo diede a Gianfranco, poi subito a Massimo, senza chiedermi se servisse anche a me. Allora Diego, senza esitare, chiese a Moggi il perché di questo gesto. Il dirigente gli rispose che ero un ragazzino e che non credeva che dovesse regalarmi il ticket. Stizzito, Maradona ordinò a tutti di consegnare i biglietti se non fosse stato dato al sottoscritto. E fu così che il direttore mi consegnò il tagliando. Per quanto concerne l’aspetto tecnico, invece, vi posso dire che a fine allenamento mi metteva in porta, con l’obiettivo d’infilarmi colpendo i cross di Zola di ginocchio: la metteva sempre nell’angolo!”.

Il suo saluto ai tifosi napoletani? “Della città e dei supporters ho un bellissimo ricordo. Forse potevo rimanere qualche anno in più, considerando i due ottimi campionati di C1 disputati ad Ischia dopo la vittoria del tricolore. Salernitana e Verona erano interessate a me, ma la mia carriera ha preso altre strade. Guai a chi parla male di questa fantastica realtà: chi non la conosce non può permettersi di giudicarla. Un abbraccio a tutti”.

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