Il Napoli incanta il mercato, il club di De Laurentiis è appetito: Zero debiti, equilibrio economico, utili in crescita.
Le indiscrezioni sull’interesse di investitori esteri nel Napoli non devono sorprendere. La Serie A è da tempo nel mirino di gruppi finanziari – soprattutto americani – attratti dai prezzi relativamente bassi dei nostri club rispetto alle franchigie statunitensi ma anche dalle potenzialità inespresse del calcio italiano, vero gigante addormentato del football europeo. Non solo in Serie A, dove sono 7 le proprietà straniere, ma anche in B l’interesse degli investitori trova terreno di conquista. Come abbiamo più volte sottolineato, è un fatto assai positivo. L’afflusso di capitali è sempre benefico per ogni industria, non solo in termini monetari ma per la qualità degli obiettivi di ritorno economico che spinge le società a migliorare i modelli di business: gestione dei costi e capacità di generare ricavi.
DE LAURENTIIS VISIONARIO
Secondo quando riporta il Corriere dello Sport: “Una vita fa, in quel settembre doloroso, mentre il Napoli ripartiva dalla serie C, il «visionario» Aurelio De Laurentiis codificava secondo usi personali la filosofia del Napoli, sempre snella, sviluppata attraverso la presenza di un amministratore delegato di consolidata fiducia (Andrea Chiavelli), l’inserimento di un uomo marketing che è stato radicato nel ciclo produttivo (Alessandro Formisano), e con una società agile nel pensiero, magari concentrata intorno ad un organismo sostanzialmente monocratico, con un proprietario sempre presente e tecnicamente disposto a delegare ai vari diesse (Marino, poi Bigon, infine Giuntoli) ponti di collegamento con gli allenatori che poi nel tempo ha voluto scegliere (spesso non sempre) in prima persona, avocando a sé altre responsabilità e il rischio d’impresa che Mergermarket ritiene premiato adesso da questo venticello caldo che spira frontalmente dagli States e che spazzola i capelli e pure l’orizzonte. «Il settore calcistico italiano sta attraversando una stagione “selvaggia” di fusioni e acquisizioni e l’industria calcistica italiana è in fase di consolidamento nel tentativo di diversificare rapidamente le sue attività ed essere redditizia». Business is business, dicono da quelle parti”.
ZERO DEBITI
Il Napoli ha tutte le carte in regola per essere un obiettivo appetibile: zero debiti e un equilibrio economico consolidato. Da quando De Laurentiis l’acquisì dal fallimento, nel 2004, quella è una storia di successo sia sotto l’aspetto sportivo che finanziario. Sul campo il Napoli è tornato, in meno di vent’anni, dalla C al suo ruolo storico di protagonista del massimo campionato e oggi perfino della scena europea, col primo posto nel girone di Champions. La vittoria di uno scudetto che pare in rampa di lancio sarebbe il coronamento di questo tragitto entusiasmante. Ma anche un’ottima notizia per l’intero calcio italiano se si affermasse, per il secondo anno consecutivo dopo il successo del Milan, la logica della programmazione e del controllo dei costi rispetto alle spese fuori controllo. Sarebbe il secondo scudetto di fila vinto da chi non è primo nella classifica dei costi per stipendi e ammortamenti. Con la gestione De Laurentiis il Napoli ha prodotto anche 60 milioni aggregati di utile (erano 137 fino a l Covid), accumulato 126 milioni di patrimonio netto e oltre 100 milioni di cassa.