Contro la Samp, Ancelotti cambia, pronto un nuovo modulo ad albero di Natale. Il 4-3-3 di partenza sarà un bluff.
ANCELOTTI CAMBIA MODULO CONTRO LA SAMP
Si annunciano novità. Pare che stasera a Marassi, contro la Sampdoria, scrive il Roma, Ancelotti cambia modulo e giocatori. Non ci saranno più titolarissimi e figliastri. La base tecnica di alta qualità consente ad Ancelotti ogni inganno e cavillo tattico. Altrove siamo ancora al rodaggio di schemi e propositi. A Napoli si viaggia sull’usato sicuro, opportunamente ritoccato.
MODULO AD ALBERO DI NATALE
Ancelotti, questa sera a Marassi presenterà il suo primo modulo ad albero di Natale (4-2-3-1). Si partirebbe dal sacrificio di Hamsik per affiancare Diawara ad Allan, due guerrieri a metà campo, con Zielinski dietro Milik (sollecitandolo alle conclusioni dal limite), tra Verdi a destra (un turno di riposo per lo stakanovista Callejon) e Insigne a sinistra. Il 4-3-3 di partenza sarà un bluff.
ADDIO AL MODULO FISSO DI SARRI
Gli avversari, che avevano imparato a leggere lo spartito fisso di Sarri, impacciandone i meccanismi “scontati”, dovranno abituarsi a diverse “letture” del Napoli di Ancelotti per arginarlo. E’ questa la fondamentale novità. Una squadra “menzognera” per trarre in inganno chiunque le si oppone. Il risultato si annuncia molto positivo per la totale adesione dei giocatori al nuovo tecnico. Ruoterà tutta la “rosa”.
LA SAMP CERCA IL RISCATTO
La Sampdoria di Giampaolo è apparsa in ritardo. Debutta sul suo campo e vuole rimettersi a galla. Sulla carta, il Napoli è favorito (bancato 1,53 con la Samp addirittura a 6), ma ogni partita del campionato italiano è tutta da giocare prima di venirne a capo. Le partite con la Sampdoria sono state sempre un festival di gol, 63 nelle ultime venti occasioni (43 del Napoli). Un pensiero doveroso per la tragedia del ponte. Genova è sorella marinara di Napoli. Una gara limpida e corretta sarà l’omaggio adeguato. Il campionato si fermerà per gli impegni delle nazionali. Quasi tutto il Napoli sarà in giro per il mondo. Un “fastidio” per Ancelotti, ma anche il segnale di una caratura internazionale della squadra azzurra.