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ECCO DOVE HA VERAMENTE FALLITO BENITEZ.

Il vero, unico difetto di Rafa Benitez è stato averci creduto davvero.

Di Fabrizio Piccolo

 

Non è il modulo, il problema. Non lo è mai stato. Non è il “buonismo” presunto nel gestire la squadra, anche perché non è mai esistito. Non è l’ostinazione nel turnover, che casomai è una risorsa.

 

Il vero, unico difetto di Rafa Benitez è stato averci creduto davvero. E non a un Napoli da scudetto ma a quegli inviti lanciati in ogni circostanza, quei piccoli motti che sembravano hashtag superficiali: spallaaspalla, tuttiuniti, sin-prisa-y-sin pausa.

 

Ha fallito lì don Rafaè, perché comunque vada questa stagione da altalena emotiva, qui a Napoli tutti uniti non siamo stati mai. Anzi mai così divisi come ora, dove pure ci sarebbe da stare compatti verso traguardi ancora raggiungibili. L’astio è stato l’unico comune denominatore di un anno che si ricorderà più per la violenza verbale e non di chi ha voluto fare di questo allenatore un terreno di guerra dove scontrarsi con pregiudizio e ostinazione che per i gol, i risultati, la (le) coppa (e). E che ha finito col contagiare tutti. E’ caccia all’uomo da tempo, a Napoli. Tutti contro tutti, altro che spalla-a-spalla.

 

Il Napoli perde? Ecco gli insulti trattenuti la settimana prima che tornano a galla, i “l’avevo-detto-io” (che ricordano Totò e Peppino con il celebre “ho detto tutto”), le vene del collo che si gonfiano per vomitare offese. Il Napoli torna a vincere? Ecco l’altra sponda che s’adegua e va a prendere uno per uno chi aveva osato criticare e giù mazzate. Con odio. E nel calderone entrano tutti: chi sta con De Laurentiis e chi contro, ma la dialettica normale si trasforma in guerra d’opinione, chi si benda gli occhi e spruzza acido su Benitez a prescindere e chi lo difende al di là del bene e del male anche quando sbaglia, chi accarezza i progressi di Hamsik e chi lo vorrebbe mandare a casa, chi difende Gargano e chi ne trae pretesto per altri sbuffi d’ira.

 

Potessimo vederci, mentre agitiamo le bandiere dei nostri pensieri balordi, ci fosse uno specchio in grado di visualizzare il nostro interno, ecco, vedremmo tanti diavoli sputar sangue, mostri animaleschi prendere il nostro posto, demòni da Divina Commedia afferrarsi per i capelli pur di difendere il proprio partito-pensiero. Tutti uniti ma dove? Non allo stadio, dove pure i tifosi più puri sono stati plagiati e travolti dall’onda della contesa da crociate, non nei media dove non è il Napoli che conta a volte, ma solo chi punta al proprio personalizzamo piazzamento in Champions, quello de “l’avevo detto (scritto, pensato, twittato, facebookkato, istangrammato) io.

 

 

Non nella società, dove pure non si è riusciti a trovare una via comune da percorrere fino in fondo. E forse manco nella squadra, anche se spiace dirlo, perché tanti problemi di risultati sono anche e soprattutto colpa loro. E però io non mi voglio inserire nel filone degli anti-De Laurentiis sol perché (dopo quasi un anno sabbatico, cosa mai vista e sentita prima nella sua gestione) ha avuto un’uscita infelice nell’annunciare un ritiro probabilmente giusto. E non voglio né osannare ad ogni costo né condannare per partito preso Benitez, cui chiedo di mantenere lucidità e calma fino a fine maggio.

 

E non voglio rinnegare quei giocatori che stanno rendendo meno. Chiedo solo una tregua.

 

Non ci siamo riusciti finora ma manca solo un mese. Vogliamo provare a mettere da parte i nostri altarini da guerre religiose e fermarci per un mese? Spalla a spalla e tutti uniti fino alla fine della stagione. Poi riaprite pure il fuoco senza pietà. E chissà che quell’ultima eredità di Rafa non possa portare le ultime gioie di quest’altalena infinita.
 
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