Il difensore del Napoli, Juan Jesus, ha rilasciato dichiarazioni sul caso Acerbi, esprimendo la sua delusione per l’esito della vicenda.
Nel corso dell’evento “Alleniamoci per la Pace” a Piazza Carlo Terzo, Juan Jesus, difensore del Napoli, ha rilasciato un’intervista toccante riguardo al caso Acerbi e al tema del razzismo nel calcio. Il brasiliano si è commosso nel trattare l’argomento degli insulti ricevuti dal giocatore della Lazio durante la partita contro l’Inter.
Juan Jesus sul caso Acerbi: “Sapevo come sarebbe andata a finire”
“Prima di tutto voglio essere un esempio per i miei figli,” ha esordito Juan Jesus. “Nella mia carriera ho sempre provato a essere una persona pulita. Quello che è successo a me è stata una brutta cosa, ho fatto quello che dovevo fare, purtroppo è andata come è andata. Sapevo come sarebbe andata a finire.”
Il difensore del Napoli ha espresso la sua delusione per l’esito della vicenda, sottolineando l’importanza di essere un modello positivo per i più giovani: “Nel calcio si può vincere, si può perdere, ma preferisco vincere qualche trofeo in meno ma essere un esempio per i bambini.”
Juan Jesus ha affrontato il tema del razzismo nel calcio, un problema ancora troppo diffuso che richiede un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti. Il suo desiderio è quello di promuovere valori di rispetto e inclusione, dimostrando che è possibile eccellere nello sport mantenendo un comportamento esemplare.
Le parole del difensore brasiliano rappresentano un monito importante per l’intero movimento calcistico, affinché episodi di discriminazione e intolleranza possano essere sradicati una volta per tutte.
Il calcio, infatti, dovrebbe essere un veicolo di unione e fratellanza, capace di unire persone di diverse culture e background.