Il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, si è soffermato sul clima di entusiasmo sollevato intorno a Luciano Spalletti.
Nel suo editoriale per il Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni ha espresso alcune considerazioni riguardo all’attuale clima di entusiasmo intorno a Luciano Spalletti in vista della sua prima partita come allenatore della Nazionale italiana contro la Macedonia del Nord.
Zazzaroni ha sottolineato le aspettative positive che circondano Spalletti, comprese le abilità riconosciute, il sostegno del presidente federale e il recente successo con la vittoria dello scudetto. Ma ha anche sollevato dubbi sulla reazione eccessivamente entusiastica di alcuni, definendola persino “sospetta”.
“Luciano Spalletti ha tutto per azzeccare la prima uscita”Le capacità che gli vengono riconosciute – si legge sul pezzo -, l’entusiasmo di chi non desiderava altro, il pieno sostegno del presidente federale. E poi il vento caldo di uno storico scudetto, il clima favorevolissimo derivato dalla frattura (scomposta) sanabile solo col tempo, forse, tra gli italiani e il Predecessore, infine l’appoggio della stampa, così sensibile ai cambiamenti. Specie quando sono freschi”.
Zazzaroni ha poi elogiato le capacità di Spalletti, auspicando che possa sfruttare al meglio il poco tempo a disposizione per allenare la squadra e trasformare giocatori come Locatelli, Chiesa e Immobile, rendendoli più efficaci e adattati al suo stile di gioco.
“Innumerevoli elogi sono stati indirizzati al nuovo ct, accompagnati da qualche esaltazione eccessiva, ancorché sospetta, che penso non abbia gradito. Luciano non ama i soffietti: ad esempio, che in futuro potrebbe impiegare Zaniolo o Chiesa da falso nueve, soluzione – peraltro – che in corso d’opera provò anche il Predecessore. Spalletti è bravo bravissimo: per il bene che voglio alla Nazionale mi auguro che, nonostante i pochi giorni di lavoro riservati ai commissari tecnici, riesca a trasformare Locatelli in un Lobotka, Chiesa – quando l’avrà a posto – in un Kvara e Ciro, o chi per lui, in un Osimhen”.