Juventus, il punto di Marcello Chirico giornalista e tifoso bianconero che parla dei processi giudiziari e sportivi in cui è implicata la società.
La Juventus rischia addirittura la Serie B, quest’anno ha fatto il triplete di processi eppure c’è chi ha ancora il coraggio di difendere la società bianconera, che ovviamente deve ancora attendere i giudizi dei vari giudizi. Al momento il club è implicato nell’inchiesta Prisma, nella questione plusvalenze e nel caso stipendi, questi ultimi due possono portare pesanti penalizzazioni.
Ecco quanto scrive Chirico nel suo editoriale per il Bianconero:
“Prima massacriamo per bene la Juventus, come chiede a gran voce il tribunale popolare, dopodiché riformeremo la giustizia sportiva. Questo, pare di capire, sarà lo scenario che va profilandosi nel breve.
Penalizzazione sarà pure stavolta, non si scappa. Lunedì e – quasi certamente – pure a giugno per la questione stipendi. Da scontare tutta nella stagione in corso, o in parte nella prossima. Non si capisce.
In via Allegri non esistono regole codificate, il codice di giustizia sportiva lo interpretano e lo applicano con l’elastico.
A furia di addebitarle colpe sono riusciti a costruire per la Juventus l’immagine del mostro perfetto. Quindi da punire, anzi da vessare, perché serva da esempio per tutti gli altri. Che hanno fatto le stesse identiche cose, con o senza la Juve, ma a creare il sistema malavitoso è stata la brutta e cattiva Juve.
Il Male assoluto, alla pari di ‘ndrangheta, camorra e mafia corleonese. Messina Denaro gode di maggiori tutele da parte della giustizia ordinaria di quelle concesse alla Juve da quella sportiva. Non è un’esagerazione, ma la realtà.
Poi, magari, dopo questo armagheddon bianconero si procederà davvero alla riforma della giustizia sportiva. Non c’è fretta. Nel frattempo la Juventus verrà massacrata con le regole attuali. Ce la vendono candidamente come “autonomia dello sport”, di fatto è la libertà di fare quello che gli pare. Con la connivenza dello Stato, di cui la federazione è espressione, e la ola del sentimento popolare antijuventino“.
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