Il Napoli di De Laurentiis finisce nel mirino della guardia di finanza che ha su ordine della Procura di Napoli ha eseguito una serie di controlli nelle sedi di Roma e Castel Volturno, dove hanno sede la FilmAuro ed il centro sportivo degli azzurri. L’ipotesi di reato contestata ad Aurelio De Laurentiis è falso in bilancio, il tutto sarebbe avvenuto nell’affare che ha portato Osimhen al Napoli dal Lille. La procura di Napoli ha inviato una nota ufficiale sul caso, facendo sapere che di aver agito in seguito ad una richiesta da parte delle autorità francesi. Secondo quanto scrive Corriere dello Sport a “far alzare il livello di attenzione è stato il cambio di proprietà del Lille, avvenuto a dicembre 2021: da Gerard Lopez al fondo Merlyn Advisors. Il nuovo gruppo dopo una revisione dei bilanci, ha notato delle irregolarità finanziarie e le ha segnalate alla giustizia francese: secondo l’accusa, Lopez avrebbe fatto sparire i 71 milioni incassati dalla cessione di Osimhen trasferendoli ad altre sue società“.
De Laurentiis indagato la reazione da Los Angeles
Gli uomini della guardia di finanza hanno eseguito controlli nelle sedi del Napoli ed hanno sequestrato, alla presenza dell’avvocato Fabio Fulgeri, materiali anche elettronici di De Laurentiis oltre al contratto di Osimhen. Per gli inquirenti si tratterebbe di sovrafatturazione con ripercussioni sul calcolo delle imposte. Secondo gli investigatori il club di De Laurentiis avrebbe operato sui bilanci facendo leva sulle plusvalenze da cui il Napoli è già stato scagionato, con la Juventus, in sede di giustizia sportiva.
Nel mirino della procura c’è l’operazione Osimhen passato al Napoli per una cifra di 71.250.000 euro per il quale il Lille ha incassato 50 milioni di euro cash, più i cartellino di Karnezis (valutato 5 milioni di euro); oltre che dei giovani Primavera, Ciro Palmieri (valutato 7 milioni di euro), Claudio Manzi (valutato 4 milioni) e Luigi Liguori (valutato 4 milioni di euro) per un totale di 21.130.000 euro. Proprio queste cifre sono finite nel mirino degli investigatori.
Dalla sede del Napoli non hanno dato dichiarazioni ufficiali, ma indirettamente fanno sapere di essere sereni in merito alle accuse perché sono convinti di aver sempre rispettato le regole, ma anche perché due sentenze della giustizia sportiva hanno sancito che il fatto non sussiste. Il club non si attende conseguenze dal punto di vista sportivo, mentre a livello di giustizia ordinaria si punta all’archiviazione.