Le IntervisteTutto Napoli

Sarri: “Adl non mi interessa, Amo Napoli e i tifosi. Higuain un rimpianto, potevamo…”

Sarri al Corriere dello Sport, rifiuta di parlare di De Laurentiis, mentre apre il cuore a Napoli. Parole di elogio anche per Insigne e i suoi ex giocatori compreso Higuain.

Maurizio Sarri al Corriere dello sport

Bellissima intervista di Maurizio Sarri al corriere dello sport. Il tecnico del Chelsea, non è mai banale e anche questa volta lo conferma. L’ex allenatore del Napoli parla a viso aperto: i rapporti con De Laurentiis, il rimpianto di aver ceduto troppo presto Higuain, gli elogi a Insigne e Mertens. Ecco alcuni stralci:

Amerò Napoli e i tifosi del Napoli per tutta la vita

«Ho sofferto durante la trattativa per andare al Chelsea? La sofferenza è una cosa diversa. Anche se vedo che continua a riversarmi parole di ogni tipo (non nomina De Laurentiis, ndr). Fammi una cortesia. Quale? Chiudiamo qui questo discorso. Tanto, io amerò Napoli e i tifosi del Napoli per tutta la vita. E so cosa pensano di me, come lo pensano e quando lo pensano. Sempre. Il nostro è un amore indissolubile, eterno». 

De Laurentiis dice che sei andato via per soldi.

«Se continui, non ti invito più a pranzo. Non voglio più rispondere, non mi interessa. Penso alla prossima partita e al ciclo di ferro che abbiamo. Qui è importante tutto, l’Europa League, la Coppa di Lega, la FA Cup: giusto. Io non posso guardare indietro, Napoli resta sulla mia pelle. Ma ora basta, per favore».

Il Napoli può vincere lo scudetto?

«La Juve non ha rivali, quando lo dicevo pensavano che volessi portare acqua dalla mia parte. E’ così anche oggi, già sono in fuga. E quest’anno possono trionfare in Champions, sono due i candidati». 

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Insigne

«Lorenzo Insigne è il miglior calciatore italiano. Oggi vince lui. La sua svolta? Semplice, crede in se stesso. Ora di più, sempre di più. Si è scrollato di dosso le incertezze e le paturnie di chi deve essere protagonista nella squadra della sua città. Se ci pensi, era questione di tempo. E non credo proprio che sia un problema di posizione: certo, se gioca più vicino alla prima punta inquadra la porta meglio perché ha la classe e i colpi. Ma lui può fare di tutto: lo avevo pensato trequartista, poi l’ho spostato come esterno offensivo. La tattica e la tecnica sono il pane, io sono sempre qui a insegnare, ma poi ci devi mettere qualcosa di tuo. L’ultimo passaggio è il dna che si sveglia e che ti urla “vai, spacca il mondo”. Questa è la sintesi di Lorenzo. Ora non deve più staccare la spina, ha inquadrato il problema e si è preso la ribalta, non soltanto quella del Napoli». 

Jorginho

«C’è stata la possibilità che Jorginho venisse con me, che lavorasse ancora con me. Lui sa cosa chiedo, mi capisce al volo. L’avevo trovato a Napoli un po’ in bilico, ora il suo cartellino vale una tombola. E’ nel giro della Nazionale». 

Higuain

«Gonzalo è andato via da Napoli presto. Se fosse rimasto anche la stagione successiva, io penso che… ci sarebbero state le condizioni per vincere. Higuain era entrato in meccanismi fantastici, ci capivamo io e lui, feeling impressionante con i compagni. Sincronismi perfetti, il rimpianto magari resterà». 

Mertens o Milik?

«Mertens e Milik, che domanda è? Mertens perché lo abbiamo inventato prima punta ed è stato un trionfo. Milik perché, malgrado tutta la filosofia che è stata fatta, ha segnato 16-17 gol pur essendo reduce da due crociati. Di più non si poteva chiedere».

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