Le Interviste

Bigon: “Cavani, Mertens e Higuain i miei tre acquisti maggiori? Ne aggiungo altri due”

Riccardo Bigon risponde alla domanda se Cavani, Mertens e Higuain sono i suoi tre acquisti maggiori dicendo che ne aggiunge altri due

Riccardo Bigon si è espresso sul Napoli ai microfoni di Luca Cerchione, durante 1 Football Club: De Laurentiis è un imprenditore, è abile ad individuare prima il capitale umano di una persona, poi quello professionale. Ai miei tempi non era un esperto di calcio, ma era consapevole di questo e sapeva riconoscere il potenziale umano dei direttori sportivi e non solo. Questa sua dote è comune a tutto il suo percorso, vedi le diverse figure che lo hanno accompagnato in questi anni. I risultati gli hanno sempre dato ragione, anche se nella vita ci sono alti e bassi. Questa capacità va riconosciuta”.

Bigon indica chi sono gli acquisti più importanti della sua esperienza a Napoli

Bigon ha poi proseguito: “Quali sono stati i tre acquisti più importanti della carriera? Non è facile rispondere a questo quesito. Diventa agevole dire Cavani, Mertens, Higuain, calciatori i quali hanno scritto la storia di un club. A me piace ricordare Ghoulam, è stata una scommessa, ma avrebbe potuto firmare anche per il Barcellona senza quegli infortuni. E poi Jorginho, ebbe una storia particolare, poiché era approdato in Italia al Verona da soli sei mesi. Fu bravo Pecchia a mostrare il calciatore a Benitez, da un’idea non considerata giusta decidemmo poi di puntare sul suo potenziale”.

“Qual è la formula per scovare talenti come Higuain, Cavani e Kvara? Dal punto di vista della ricerca del talento, si poteva pensare in passato di contare su uno scouting sviluppato. Ma ad oggi il monitoraggio di giovani talentuosi presenti nel mondo è una disponibilità comune. Tutti i club li hanno sotto controllo. Ma la vera difficoltà è nel riuscire a collocare il giocatore nella dimensione adeguata, per quanto concerne la piazza, gli obiettivi o le caratteristiche tecniche. Vedi Kvara, se fosse stato ingaggiato con Insigne ancora presente in rosa, non avrebbe avuto probabilmente lo stesso impatto. Non è solo sapere se quel ragazzo è forte o meno, ma creare le condizioni affinché il talento emerga attraverso un bravo allenatore, un abile staff e tutti gli elementi per innescare il suo potenziale”.