Cultura Napoletana

Coccodrillo del Maschio Angioino: Arriva la risposta tanto attesa

Il Coccodrillo del Maschio Angioino a Napoli, non è più solo una legenda, la risposta definitiva arriva dall’analisi del DNA.

COCCODRILLO MASCHIO ANGIOINO. Secondo quanto raccontava da Benedetto Croce: “I prigionieri rinchiusi al Maschio Angioino scomparivano all’improvviso. Fu allora predisposto un controllo maggiore.

Si venne a conoscenza della presenza di un coccodrillo che entrava da un’apertura nella parete, azzannava i prigionieri e li trascinava con sé in mare.

Pare che l’animale fosse giunto a Napoli seguendo una nave. Si decise di dare in pasto al coccodrillo tutti i prigionieri che si voleva eliminare senza far sapere niente.
Per capire cosa accadesse, fu aumentata la vigilanza. Sembra che i soldati scoprirono la presenza di questo grosso animale che azzannava i prigionieri per una gamba per poi mangiarli.

Fino al giorno in cui non si ritenne più necessario utilizzare questo metodo ed il re fece uccidere il coccodrillo dandogli in pasto una zampa avvelenata di cavallo. L’animale fu poi impagliato e appeso sulla porta d’ingresso del Maschio Angioino.

LE LEGGENDE

Un’altra leggenda sul coccodrillo del Maschio Angioino riguarda la Regina Giovanna. La Regina della stirpe D’Angiò-Durazzo, sfruttava questo animale per far uccidere i suoi tanti amanti. I soprannomi della sovrana erano “Giovanna la pazza”, “Giovanna l’Insaziabile” e “Giovanna la dissoluta”.

Secondo alcuni, ancora oggi si sentono i le urla bisbigliate dei tanti uomini uccisi se si cammina lungo la Riviera di Chiaia, sul Lungomare e fino a Mergellina.

Pompeo Sarnelli in una delle prime “guide turistiche” di Napoli del 1685 scriveva: “Un coccodrillo impagliato fu offerto come ex voto da un soldato di ritorno dall’Egitto alla Madonna del Parto che si trovava custodita nella Cappella Palatina del Castello. Secondo i recenti studi questa

sembrerebbe l’ipotesi accreditata”.

Coccodrillo del Maschio Angioino
onte: Studio “The stuffed crocodile of “Castel Nuovo” in Naples” (Getty Image)

COCCODRILLO MASCHIO ANGIOINO GLI STUDI SUL DNA

La leggenda Coccodrillo del, Maschio Angioino era una storia vera, lo ha stabilito l’esame del dna. Il coccodrillo imbalsamato esposto per secoli sull’arco di trionfo del Maschio Angioino, pare sia davvero stato offerto – in pieno medioevo – da un soldato di ritorno dall’Egitto come ex voto all’immagine della Madonna del Parto.

Lo studio del dna del rettile ha permesso di chiarire da un lato l’origine del coccodrillo impagliato, cioè il lago Nasser in Egitto. L’esame dall’altro lo ha datato, facendolo risalire ad un periodo compreso tra il 1296 e il 1419, compatibile con la leggenda dell’ex voto.

I resti erano rimasti per circa 150 anni in un deposito di San Martino, poi furono riscoperti nel 2018 in pessimo stato di conservazione e quindi studiati.

Coccodrillo del Maschio Angioino
I resti del Coccodrillo rimasti per circa 150 anni in un deposito di San Martino

Fino al risultato di oggi: è stato Vincenzo Caputo Barucchi, ordinario di Anatomia comparata all’università politecnica delle Marche, a pubblicare sul coccodrillo un articolo scientifico sulla prestigiosa rivista “European Zoological Journal” insieme a Tatiana Fioravanti, esperta di Dna antico, e a Emanuele Casafredda, laureato in Restauro presso l’Accademia di belle arti di Napoli. A darne notizia, Repubblica.

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