Il Napoli perde la sfida contro la Juventus e il posto Champions. La squadra di Gattuso padrona del gioco ma senza cattiveria.
Juve-Napoli finisce nel peggiore dei modi per gli azzurri, tanto rammarico perchè si poteva fare di più ma come spesso accade nelle sfide importanti l’atteggiamento in campo è troppo remissivo.
Resta l’amarezza perchè questo Napoli poteva battere la Juventus, la squadra di Gattuso è subito ancora una volta una sorta di timore reverenziale, Mertens e Lozano impalpabili, si salva il solo Insigne che con il rigore al 90′ infrange il suo tabù.
Secondo l’edizione odierna del Corriere dello Sport il Napoli deve rifondarsi perchè vive ancora un senso di subalternità:
“La differenza la fanno due fuoriclasse, e hanno entrambi la maglia bianconera. La serpentina di Chiesa, il ritorno di Dybala. È finita come doveva finire. Con la Juve che vince perché è più forte. Anche se la classifica non lo dice. Ma è anche una gara che vale due diagnosi diverse”.
“Il Napoli deve rifondarsi. Perché una volta di più ha reso visibile quel pizzico di sgraziataggine, di pressappochismo, di subalternità, che segnano sempre una distanza tra le sue aspettative e l’eccellenza. Il verdetto della partitissima è spietato ma chiaro”.
Il Napoli ha approcciato la sfida con la Juventus senza quel veleno, che Gattuso invoca da un anno e mezzo, che ci si sarebbe aspettati di vedere dopo quattro vittorie consecutive. Lozano non è ancora tornato ai suoi livelli, meglio Politano nella ripresa, e soprattutto Mertens non lascia traccia di sè. Tutto affidato a Insigne, che su rigore non sbaglia. Ma il suo gol al novantesimo è assai amaro.
Da tempo si fissa a 76 la soglia per la Champions. Il Napoli dovrebbe adesso elevare la velocità, portando la media punti a 2,22.