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Sconcerti sulla Superlega: “Idea rozza, ha reso antipatico Andrea Agnelli”

Mario Sconcerti su Corriere della Sera commenta la nascita della Superlega, un'idea che va "contro i tifosi".

E’ duro il commento di Mario Sconcerti sulla nascita della Superlega, dalle colonne del Corriere della Sera il giornalista commenta in modo negativo il nuovo format. L’idea di un club esclusivo per solo ricchi milionari, dove venga annientata ogni etica dello sport in nome del dio denaro non piace praticamente a nessuno, se non a chi ha creato il format stesso. Basti pensare che solo per aver accettato l’iscrizione ogni club riceverà 490 milioni di euro, insomma una bella boccata di ossigeno per chi come la Juventus ha i conti in rosso. Il vicepresidente della Superlega sarà Andrea Agnelli, presidente della Juve. Sulla Superlega il commento di Sconcerti è il seguente:

La Superlega ha fatto diventare Andrea Agnelli uno dei personaggi meno popolari del calcio europeo. Appena venerdì scorso ha ricevuto le lettere di 17 associazioni internazionali di tifosi che lo invitavano a non andare avanti. L’Equipe lo ha messo da tempo al centro di una campagna anche troppo cattiva. Agnelli ha il diritto di fare quello che vuole per cercare di incassare sempre più soldi e portare più avanti la sua azienda, ma deve fare attenzione a qualche particolare che per adesso nel calcio è rimasto silenzioso. Il tifoso, che ormai è vera, vasta, classe media, è un cliente dei club e un consumatore di prodotti sul mercato. (…) Perez è un costruttore, Singer un finanziere, Zhang ha un mercato lontano“.

Sconcerti contro la Superlega parla di danneggiamento ad altre grandi piazze del calcio europeo. Grandi club che resterebbero fuori da questo club aperto solo ai paperoni.

La Juve no, rappresenta una multinazionale che vende auto in Europa e in Italia. Risponde al gradimento della propria clientela. Ribaltare il calcio e le sue tradizioni per un puro scopo personale danneggiando decine e decine di grandi piazze nel continente, avere milioni di persone contro in ogni parte d’Europa, non è un’operazione di marketing consigliabile. (…) Per il resto il disegno è rozzo ma convincente: gestire in pochi la ricchezza di molti. Non una grande idea, non una novità almeno, è stata tentata molte volte in passato da regimi autarchici perché prepotente, quindi forte, avida. Che nell’euforia dimentica un altro particolare: quale sarebbe il piazzamento della Juve in questo super campionato? La storia dice tra il 6° e il 9° posto“.

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