Sul sito del Chelsea il messaggio di commiato: “I due club hanno raggiunto un accordo per la fine del contratto col Chelsea cui restavano due anni e che si conclude per richiesta del tecnico“.
Poi le parole della direttrice Marina Granovskaia: “Nei colloqui dopo l’Europa League, Maurizio ha chiarito quanto fortemente desiderasse tornare in Italia, spiegando che le ragioni per cui volesse ricominciare a lavorare in patria erano forti. Crede che sia importante essere più vicino alla famiglia e abitare meno distante dagli anziani genitori per il loro per il benessere“.
LA SCALATA DI SARRI
La carriera di Maurizio Sarri è stata tutta una scalata. Quasi trent’anni fa partita da Stia, nella Seconda categoria toscana, e adesso si ritrova a lottare per il campionato e la Champions League.
Figlio di un operaio dell’Italsider di Bagnoli, ex ciclista dilettante, Sarri è stato abituato a guadagnarsi tutto. Ha lavorato anche in banca, poi “ho scelto come unico mestiere quello che avrei fatto gratis.
Sigaretta sempre in bocca, tuta addosso, Sarri nel 2006 ha preso “la laurea” a Coverciano con una tesi dal titolo “La preparazione settimanale della partita”. E via con un’altra scalata.
Di promozione in promozione, Sarri ha raggiunto il professionismo nel 2003, andando ad allenare la Sangiovannese, poi la B a Pescara, Arezzo e Avellino, e su su fino alla promozione conquistata con l’Empoli nel 2014. E’ in quel momento che Sarri non è più stato soltanto un allenatore, ma anche una mania. Prima panchina d’argento, poi panchina d’oro.
Il “sarrismo” è diventato il suo marchio di fabbrica e ha conquistato tutti. Il Napoli, prima di tutto. Poi il Chelsea. E adesso la Juventus.
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