Dario Sarnataro, giornalista di Radio Marte, ha commentato il trasferimento di Lorenzo Insigne al Toronto.
Il Napoli si prepara a sfidare la Juventus con la squadra decimata dal Covid e con il suo capitano che ha formato un contratto milionario con il Toronto. Il giornalista e storica voce di Radio Marte, Dario Sarnataro, ha commentato i pro e i contro del trasferimento di Lorenzo Insigne:
“La storia di Insigne con il Napoli sta avendo un finale non solo triste ma inopportuno. Pur rispettando la necessità del club di tagliare il monte ingaggi, non offrire un contratto migliore (nei tempi giusti) al proprio capitano e ad uno dei 3 calciatori più forti del Napoli vuol dire non voler puntare a occhi chiusi su di lui. Questione di scelte, che io personalmente non condivido, ma ormai non è neanche più questo il punto.
Sono stati disastrosi la tempistica del mancato rinnovo, il timing della firma (a 48 da Juve-Napoli! Per di più in pubblico) e la gestione della vicenda da parte di tutti. E ora ci aspettano 5 mesi molto scivolosi, per non dire rischiosi. In radio da dieci anni continuo a dire: “nel bene o nel male evitiamo accanimenti nei confronti di Lorenzo”: lo ribadisco ora, se e quando scenderà in campo. Proviamo ad avere memoria lunga per una volta”.
Dario Sarnataro ha poi aggiunto: “Per una società perdere il capitano campione d’Europa e tra i leader tecnici non è un bel segnale. L’addio di Insigne – inoltre- è triste e negativo sotto tutti i punti di vista: su tutti (per me) l’aspetto tecnico: 114 gol, 95 assist, dedizione, giocate e rientri difensivi non sono da calciatore qualunque, anzi, tra i più importanti della storia del club. Un peccato e un’occasione persa per tutti, gestita (ripeto) da ambo i lati in modo (per me) inadeguato. Il tempo dirà se lascerà un vuoto tecnico più o meno grande. Per me sarà rimpianto (e molto) perché si sottovaluta l’importanza tecnico-tattica di un grande calciatore. Che dovrà essere rimpiazzato a dovere. E ora sipario su questa vicenda (ma sarà difficile) e si pensi al Napoli, ma che ci pensino tutti, però!