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Ancelotti: “Napoli bellissima, non ci sono demoni, voi giornalisti…”

Ancelotti parla alla presentazione del libro di Alessandro Alciato. Il tecnico difende Napoli dai luoghi comini e fa un breve excursus della sua carriera.

L’allenatore del NapoliCarlo Ancelotti ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni durante la presentazione del libro di Alessandro Alciato, “Demoni”. Ancelotti ha parlato di Napoli, e del suo passato, come la coppa campioni persa ad Istambul nel 2005. Bellissima la chiosa finale sulla città di Napoli e i demoni. Ecco quanto evidenziato.

Ancelotti su  Alciato

“Alessandro è un buon amico, un ottimo scrittore, di calcio ne capisce poco (ride). Le luci della ribalta spesso nascondono difficoltà, nel mio mestiere hai a che fare con delle persone. Le difficoltà che saltano fuori quando sei giovane sembrano più grandi. Nello spogliatoio si vedono chi sono le persone, di Ibrahimovic si ha un’immagine diversa da quello che è davvero. Se ci si crede, le difficoltà diventano una opportunità per migliorare. Nella vita come nel calcio”.

La vicenda Kaladze

“Non è facile, non bisogna essere troppo negativi nel valutare le cose. Occorre il massimo equilibrio, tante volte un problema ritenuto grande ha una soluzione semplice. Kaladze visse la vicenda del rapimento del fratello con dignità, prima di una partita di Champions gli dissi che se voleva poteva andare a casa ma lui volle giocare”.

Vivere a Napoli

“Ho avuto momenti difficili ma non li ho mai considerati cose gravissime. Li chiamavo problemi lavorativi, mi hanno formato caratterialmente. Infortuni sul lavoro esistono, è molto più importante e grave di una sconfitta. Il calcio è una metafora importante della vita, la vita è piena di problemi più gravi di una partita di calcio. La sconfitta ce la sentiamo addosso. Le cose negative ci rimangono addosso più delle cose positive. A Napoli si sta da Dio!”

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La finale di Champions persa nel 2005

“L’episodio di Instabul è frutto di un percorso in cui ci sono cose negative e positive. Ho cercato di farmi restare addosso il 2003 e il 2007. Dopo una vittoria si festeggia, festeggiare ci fa pensare meglio alla partita successiva”.

 Sheva e Inzaghi

 “Nella maggior parte delle gare giocavano insieme, erano due caratteri assolutamente diversi, a livello individuale ti devi rapportare in modo diverso. Si tratta di due grandissimi giocatori. Fortunamente non ho mai trovato giocatori egoisti e superficiali nella mia carriera, molto più professionali del passato”.

Sacchi

“E’ stato un grande innovatore, pretendeva molto dagli altri e da se stesso, cosa che gli ha fatto scaturire un grosso stress. Tutti abbiamo stress, sta poi a noi saperlo gestire. Lo stress si può anche trasformare in energia. Il mio stress? Quello che faccio mi piace, il calcio per me è una passione, lascerò nel momento in cui sentirò stress, non ho nessuna voglia di smettere”.

Napoli un paradiso abitato da demoni?

A Napoli non ci sono demoni? No, siete voi due giornalisti i demoni (ride). Tutto il resto è paradiso!”

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