Lingua Napoletana

lo sai perchè si dice: Fà Cuofano saglie, cuofano scenne?

Lingua Napoletana: Fà Cuofano saglie, cuofano scenne

Di:Gabriella Cundari

Avete mai avuto modo di vedere come si svolgevano i lavori di ristrutturazione di una casa (almeno dalle nostre parti)?
Per prima cosa, bisognava sfravecare (dal latino fabrica, con la “s” privativa), cioè eliminare tutto quello che va cambiato: tutto il materiale (mattonelle, sanitari, tubi, intonaci), ridotto in pezzi piccoli, è messo in cesti particolari (cuofani, dal latino cophinus, mutuato dal greco kòphinus, κανοῦν), oggi sostituiti dai più igienici tubi di plastica.

Una resistente corda, passata per una carrucola veniva fissata al parapetto di un balcone: un muratore sul balcone provvedeva a legare il cuofano e a farlo scendere, un altro muratore, giù al palazzo, provvedeva a svuotarlo e a rimandarlo su. I tempi erano lunghi e i due muratori non si affrettavano (ne sarebbe andata anche della sicurezza dell’operazione) le operazioni erano lunghe, snervanti e ripetitive, ma i due sembravano attrezzati alla sopportazione.

Fà Cuofano saglie, cuofano scenne

Ed ecco che il napoletano fissa la scena e la trasforma in una locuzione: fa’ cuofano saglie e cuofano scenne, cioè lascia che le cose vadano per il loro verso, non ti appassionare, non te ne curare. Si dice di una persona poco attiva, indifferente a quello che accade intorno a lei e incline alla sedentarietà passiva. L’altro detto relativo a questo articolo è “Chi fraveca e sfraveca nun perde mai tiempo”, cioè abbattere per ricostruire (se fatto bene) non è inutile, ma produttivo. (le foto: il cesto da muratore di una volta, i tubi in plastica odierni, ‘a sfravicatura

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